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Quando ero piccolo e facevo il chierichetto, invece di recitare il “Confiteor” guardavo con attenzione Luciano, il chierichetto più grande, quello che mi aveva tolto dalle mani il Primo Manuale delle Giovani Marmotte, lo aveva strappato e poi gettato nell’Adige. Ecco, lo guardavo e dicevo: “Sì, battiti il petto, battilo forte fino a sfondarlo”. Ci aggiungevo una parolaccia, sottovoce, perché non sta bene parlare male sull’altare. Ma anche fosse, più in là di “maledetto” o “cretino” non mi spingevo.
Ora c’è da battersi il petto con “Pensieri Parole Opere Omissioni” degli Isterica, un trio germinato a Londra nel 2014 ma che si è concretizzato tra Pescara e Giulianova, con la chitarra e voce di Damiano Bosica, la batteria di Gino Russo e la voce di Vania Comignani.
Basta ascoltare la prima traccia per capire che il soggiorno nella terra d’Albione non ha intaccato le solidi radici nostrane. In questo lavoro sono fusi trent’anni di musica italiana ruspante e rugosa: Gaznevada, Negazione, Decibel CCCP e la galassia di nomi che orbitavano intorno ai C.S.I. Undici le tracce di “Pensieri, parole, opere e omissioni” in cui il testo si amalgama benissimo con il tappeto sonoro: compatto, duro , ricco di sostanza, ad alto contenuto calorico che però presenta anche qualche spezia, delle uvette, un minuscolo candito che ti giri in bocca per assaporarlo più volte.
L’album Inizia con “Barabba”, una denuncia filo femminista stesa su un ritornello semplice ed efficace che quando smette lascia il posto a “Università”, puro e incalzante rock che diventa ancora più cupo e duro con “Uomo”, tre accordi messi nella giusta sequenza.
Il ritmo non cessa, non c’è respiro, il cuore batte a mille con “Nina” “dove si scherza con i santi ma si lascia stare i santi”. “La soluzione”, un pezzo che mi ricorda le cantilene di Giovanni Lindo Ferretti, dura poco meno di due minuti e pare una filastrocca che potrebbe piacere molto anche ad un pubblico bambino (provare per credere: in tenera età, i miei figli si divertivano un sacco con i CSI).
In “Adrenalina” la voce di Vania s’ingrossa e si esalta ma è in “Claudio” che ho apprezzato la varietà musicalmente più interessante. Che poi continua con i pezzi successivi “Migranti”, e la cavalcata di “Rive gauche” .
È con “Eroi” (“a volte piangono gli eroi, a volte soffrono gli eroi, a volte perdono gli eroi, a volte muoiono gli eroi”) che si rallenta un po’ il ritmo e dove Vania dà pace e anche sfogo ai polmoni e me la immagino alzare le braccia al cielo, come in una preghiera, una supplica, perché gli eroi non sono i miti greci ma chi si alza alle sette del mattino, chi arriva col fiatone a fine mese e vive in un posto dove non c’è più amore ed è sempre lunedì.
Sì, me la immagino mentre canta con le mani alzate o giunte, come dovevo aver fatto io, piccolo eroe, quando pregavo Luciano di restituirmi il Manuale delle Giovani Marmotte.
L’album chiude in maniera leggera e scanzonata con il brano che si intitola proprio come la band: “Isterica”.
Artista: Isterica
Album: Pensieri parole opere Omissioni
Etichetta: Autoprodotto
Tracce: 11
Data di uscita: 28 ottobre 2016
Genere: Punk, Post punk
© Paolo Perlini