Giunto di Cardano - Caos (11 ottobre)
+++++
I Giunto di Cardano hanno conquistato l’edizione 2018 del Rock Contest, e a ben vedere, con il loro secondo disco “Caos”, danno la conferma che la vittoria era interamente meritata.
L’album, contrariamente al titolo, ha nell’animo un ordine calmo, un’identità precisa e matura, fatta di rock italiano e internazionale ben miscelato, testi che ricordano vagamente le atmosfere tipiche dei Verdena, con gocce di sperimentazione elettronica qua e là (in particolare nel brano “Blue”, che regala una svolta decisa al corpo del disco).
“Caos” gira intorno al concetto di assenza e i 13 brani raccontano con rabbia ma anche con molta lucidità, lo smarrimento e il vuoto.
I Giunto di Cardano hanno inciso un disco notevole e senza fronzoli, diretto e ben calibrato, che lascia aperte diverse porte per il gruppo pugliese.
Indianizer - Nadir (18 ottobre)
+++++
“Nadir”, il terzo disco degli Indianizer, è una bomba. Punto. Una bomba dalla prima all’ultima traccia, molto diverse fra di loro ma sapientemente amalgamate.
Gli Indianizer si muovono nel mondo “Psych-tropical-beat”, e se vi state chiedendo che genere musicale sia, è esattamente quello che dice il nome: musica psichedelica, tropicale e beat. Una figata pazzesca.
“Nadir” è un disco misterioso, che naviga in sonorità mediorientali con qualche rimando ad un Sud America rigoglioso e lontano. Ascoltandolo è facile immaginarsi immersi in qualche avventura nel cuore della giungla, circondati da pericoli e con un sorriso beffardo sul volto.
Gli Indianizer hanno il potere di incantare gli ascoltatori e obbligarli a ballare senza sosta, coinvolti in una trance florida. Ve lo immaginate suonato dal vivo? Io sì e non vedo l’ora di sperimentare il live degli Indianizer.
La scala Shepard - Bersagli (25 ottobre)
++++ +
Eccolo qui l’indie 2.0, tutto racchiuso nel sound de La Scala Shepard: cantautorato italiano e internazionale, un pizzico di Baustelle - il paragone è obbligatorio fin dal primo ascolto - e via che la ricetta è fatta. “Bersagli” è il loro primo disco e come lavoro è eccellente, dall’ottimo ritmo e dalle canzoni coinvolgenti, con 11 brani costruiti alla perfezione e ben calibrati fra le voci dei cantanti Alberto Laruccia e Claudia Nanni.
Insomma, si sente che il gruppo non è formato da principianti e farà parecchia strada; nel frattempo è bello sentire un indie che non stanca al secondo ascolto e che ha voglia di indossare panni un po’ più “alti” del semplice brano dal ritornello facile. In “Bersagli” si avverte chiarissima la consapevolezza dell’identità del gruppo di Trastevere, e forse questo è un altro degli elementi fondamentali della formula La Scala Shepard.
© Fiorella Vacirca