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Esordio discografico per i Leda, che si presentano con un album maturo e intenso, che non lascia indifferenti.
“Memorie dal Futuro”, primo album dei marchigiani Leda, può essere definito un doppio esordio; sì perché oltre ad essere l’esordio della band è anche il primo disco pubblicato dalla Il Piccio Records.
Voglio essere chiaro, fra le 11 tracce che compongono questo lavoro, non troverete finti esperimenti paraculi, pseudo innovazioni inutili: “Memorie dal Futuro” è un album decisamente anacronistico, lontano dalle logiche attuali, quasi fuori dal tempo, che ci ricorda un periodo florido come pochi altri per la musica italiana: quegli anni 90 che sono il background inconfondibile dei componenti della band.
È uno di quei dischi che non puoi canticchiare mentre sei in palestra, che non puoi ascoltare mentre, in auto, sei bloccato nel traffico; devi dedicargli attenzione, perché non basta ascoltarlo, devi capirlo.
La memoria è il tema centrale di questo lavoro, sia nei testi, che nelle musiche, e viene affrontata a tutti i livelli; che si tratti di esperienze personali, come in “Pulviscolo” (“…non è stato tempo perso/l’ascoltarsi respirare/ percepirsi e non morire…”), o che si parli della memoria storica che ha segnato il paese, come nella solenne “Il Sentiero”, che chiude il disco (“…lungo i pendii di verde macchiati di nero/ i morti nei fossi sono radici del nostro futuro…”), i Leda ci ricordano continuamente che le nostre memorie sono il peso da sopportare per progredire, come esseri umani e come società.
Durante il breve tour di presentazione di “Memorie dal Futuro”, abbiamo assistito a due live della band (Klang Festival, Viniles, ndr) e dal vivo è ancora più chiaro che cosa vogliono essere i Leda: una band che, semplicemente, suona quello che vorrebbe suonare, senza preoccuparsi di niente altro.
La splendida voce di Serena (Abrami, frontwoman della band) sembra arrivare da lontano, ed è avvolta e accompagnata da un sound che inevitabilmente ci ricorda gli anni d’oro dei Marlene Kuntz, di Cristina Donà, senza però oltrepassare il confine che divide l’influenza dal citazionismo; soprattutto senza perdere mai la propria coerenza stilistica, tradendo il fatto che parlare di esordio è paradossale, visto che ci troviamo al cospetto di musicisti navigati, che hanno costruito un equilibrio, a tratti perfetto, che li rende, agli occhi dello spettatore un entità unica.
Se amate la musica che fa riflettere, pensare, se cercate dei versi che sembrano parlare di voi, che vi entrano nella testa e nel cuore, “Memorie da Futuro” è quello che aspettavate di sentire.
Se cercate un album bellissimo, “Memorie dal Futuro” è quello che cercate.
Altrimenti vi meritate Giusy Ferreri
Brani Migliori: Distanze, Pulviscolo, Il Sentiero
© Luca Cameli