Nuovo disco, nuovo tour, nuova scenografia. I Subsonica sono tornati, e non hanno perso il vizio: dal vivo spaccano. Sempre.
Dire che i Subsonica, dal vivo, sono quanto di meglio possiamo trovare nel panorama musica italiano, è come fare la famosa scoperta dell'acqua calda.
Da quando hanno messo piede su di un palco, i ragazzi di Torino, si sono sempre dimostrati dei veri e propri animali da concerto; e nella data romana del tour che supporta “8”, la loro ultima fatica discografica, non hanno fatto eccezione.
Un concerto che parte forte con “Bottiglie Rotte”, singolo estratto da "8", e decolla immediatamente con “DiscoLabirinto”, seguita da “Up Patriots to Arms” di Franco Battiato. Il pubblico è letteralmente nelle loro mani, e i Subsonica si divertono da matti a giocare con loro, perché la partecipazione, l’intesa che si percepiscono è strabiliante; si perché stiamo parlando di una di quelle band cresciuta con il suo pubblico, e viceversa. Per quanto i pezzi possano essere riarrangiati, destrutturati e riassemblati in corsa, basta un accenno, una nota, e il palazzetto é pronto a raccogliere la sfida.
Ha ragione Samuel quando dice, rivolgendosi alla platea, che non ci sono tanti gruppi che fanno ballare in italia come loro; quello che non dice però, è che la gente balla perché la voglia ti travolge dal palco, ti arriva addosso, la senti.
Questa è la vera sorpresa: passano gli anni, e i tour, la band acquisisce una consapevolezza dei propri mezzi sempre maggiore, la qualità delle esibizioni raggiunge livelli a volte stellari, ma l’energia è sempre la stessa. Ed è sempre esagerata.
Quanto siano diventati grandi questi Subsonica si capisce con il brano “Le Onde”, dedicato a Carlo Rossi (stimato tecnico del suono, e grande amico della band, scomparso nel 2015), un pezzo oscuro, quasi greve in certi passaggi, che rapisce tutti creando un atmosfera surreale.
Fra le corse di Samuel, i balletti di Max, le violenze a cui è sottoposta la postazione di Boosta, e il bell’intervento di Willie Peyote (presente in tutte le date di questo tour), molto apprezzato dal pubblico anche quando si cimenta, molto bene oltretutto, con un super- classico qual è “Radioestensioni”, il concerto volge al temine.
E arriva il boato più grande della serata, perché Samuel ci lascia con la promessa che ci rivedremo in estate. Perché di ballare non ci stanca mai.
© Luca Cameli
Scaletta
- Bottiglie rotte
- Disco labirinto
- Up Patriots to Arms
- Nuova Ossessione
- Jolly Roger
- Fenice
- Punto Critico
- Liberi tutti
- Diluvio
- Perfezione
- L’incredibile performance di un uomo morto
- Respirare
- Cieli in fiamme
- L’incubo (feat. Willie Peyote)
- I cani (feat. Willie Peyote)
- Radio estensioni
- Glaciazione
- Nuvole rapide
- Veleno
- Aurora sogna
- Depre
- Le onde
- Il cielo su Torino
- L’odore
- Abitudine
- Benzina Ogoshi
- Tutti i miei sbagli
- Strade
- Preso blu