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Ormai la parola Netflix è sinonimo di qualità e sperimentazione e anche nel caso di “Master of None” c’è stato un investimento per un prodotto ben ideato e realizzato alla perfezione.
Nello specifico, la recensione riguarda la seconda stagione uscita il 12 maggio 2017 sulla piattaforma americana; per quel che riguarda la prima faccio un piccolo riassunto ma se ancora siete a digiuno della comedy di Aziz Ansari, beh, correte a fare una scorpacciata immediatamente e poi tornate a leggere queste righe.
Nel corso della prima stagione abbiamo conosciuto Dev Shah - personaggio scritto e interpretato da Aziz Ansari - un attore di New York che cerca la sua strada e che ha molti problemi in amore. Un ragazzo come tanti, incredibilmente comune con il suo giro di amici un po' strani ma affezionati e tanti sogni nel cassetto.
Alla fine della prima stagione lo abbiamo lasciato con il cuore un spezzato dopo la fine della sua storia con la fidanzata storica Rachel e in partenza per l'Italia, con l’intento di iniziare un corso per imparare a fare la pasta fatta in casa.
Se la prima stagione era basata su uno spettacolo comico di Ansari e quindi sì, carina ma un po' stretta e rigida, la seconda è tutto materiale inedito e incredibilmente fresco.
Così, nel primo dei dieci episodi, ritroviamo Dev a Modena intento a imparare a fare i tortellini con il suo italiano incerto ma simpatico e a cercare l'amore da inguaribile romantico qual è. Visivamente i primi due episodi sono in tutto e per tutto un misto dei film neorealisti che hanno reso famoso il cinema italiano del dopoguerra, con tanto di citazione a “Ladri di bicilette” (e non poteva essere altrimenti).
Se per noi questo tipo di riprese sono qualcosa di “scontato”, per gli americani hanno ancora il potere di attrazione devastante, dalle quali cercano costantemente di imparare. Così hanno fatto anche i creatori di “Master of None”, mettendo qua e là sprazzi di cinema ed eleganza tutta nostrana.
Insomma, Dev è in Italia per guarire le ferite d'amore e qui fa amicizia con Francesca (Alessandra Mastronardi) e i suoi amici, amicizia che si porta dietro anche quando torna a New York.
Ed è proprio nella Grande Mela che lo show torna a splendere con delle puntate incredibilmente ben scritte e una diversa dall'altra.
In questa seconda stagione i creatori si sono presi il tempo di raccontare delle storie e farlo per bene, incentrandole sì sul protagonista, ma anche lasciando lo spazio a chi lo accompagna nelle sue avventure quotidiane.
Due episodi su tutti sono di una delicatezza e di una bellezza incredibile: “New York, I love you”, che vede protagonisti tre immigrati (una commessa sorda, un portiere oberato di lavoro e un tassista) e che segue una giornata nelle loro vite e “Thanksgiving”, episodio che ha invece come protagonista Denise - l'amica lesbica di Dev - incentrato interamente sul suo coming out in una famiglia molto conservatrice.
Due episodi stand-alone che sono dei gioielli di regia e scrittura, creati con rara umanità e sincerità.
Impegnativo e interessante è - ovviamente - anche l'arco narrativo generale della stagione, che vede Dev nell’intento cercare di realizzarsi come attore nel mondo della televisione, in quello delle relazioni amorose e anche negli affari di famiglia che non sono mai semplici.
Chi porta avanti la storia insieme a lui è Francesca, che accompagna a New York il fidanzato di sempre per affari e che si avvicina molto a Dev. Il rapporto fra i due è così importante che gli episodi nei quali sono protagonisti, hanno una regia diversa, una fotografia molto cinematografica e addirittura il minutaggio cambia rispetto alle altre puntate, proprio a sottolineare che va bene parlare di massimi sistemi, umanità e realizzazione personale, ma la ricerca dell’amore è quello che ci fa andare avanti nella vita ed è giusto dedicare delle parentesi più importanti a questo tema.
La seconda stagione di “Master of None” fa un balzo di qualità enorme rispetto alla prima, creando l’effetto di un lavoro minuzioso e preciso per poter parlare a più persone possibili, sembrando però una serie casuale e scritta osservando una vita qualunque di un soggetto qualunque. Probabilmente la forza della serie sta proprio in questa caratteristica: siamo tutti un po' persi in questo mondo, tutti alla ricerca della realizzazione personale sotto diversi aspetti e Dev è il nostro eroe per l'occasione: un ragazzo normale, simpatico, dall'intelligenza affilata, dall'appetito infinito e dalla curiosità vorace per la vita e per tutte le sorprese che può riservare.
© Fiorella Vacirca