WO | MAN RAY | Le seduzioni della Fotografia

WO | MAN RAY | Le seduzioni della Fotografia

WO | MAN RAY. Le seduzioni della fotografia
Torino, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
17 ottobre 2019 – 19 gennaio 2020

16 ottobre 2019: inaugurazione Mostra a cura di Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola 

La nostra Giulia Conciatori è stata all'inaugurazione della mostra, di seguito il suo reportage fotografico e il comunicato stampa.

Ph. © Giulia Conciatori

 

 Comunicato stampa

Dal 17 ottobre 2019 al 19 gennaio 2020, CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia rende omaggio a un grande maestro del XX secolo con la mostra WO | MAN RAY. Le seduzioni della fotografia.

L’esposizione presenta circa duecento fotografie, realizzate a partire dagli anni Venti a Parigi, dove Man Ray divenne protagonista assoluto delle stagioni dadaista prima e surrealista poi, fino alla morte (avvenuta nel 1976). Il percorso della mostra è tutto dedicato ad un preciso soggetto, la figura femminile, fonte di ispirazione primaria dell’intera sua poetica, in particolare nella sua declinazione fotografica.

Man Ray, ma anche Lee Miller, Berenice Abbott, Dora Maar, Meret Oppenheim. E Kiki de Montparnasse, Nusch Éluard, Juliet (l’ultima moglie): artiste, modelle, amiche, compagne. E le protagoniste della Parigi degli anni Venti e Trenta, Gertrude Stein, Nancy Cunard, Sylvia Beach, Youki Foujita Desnos.
Tutte, in modi diversi, legate per periodi più o meno lunghi a Emmanuel Radnitzky, detto Man Ray (nato a Philadelphia nel 1890), arrivato nella Ville Lumière nel 1921 con la fama di “dadaista newyorchese”, introdotto da Marcel Duchamp, amico di Tristan Tzara (e anche loro sono in mostra, il primo en travesti e il secondo affiancato da una enorme figura femminile, naturalmente nuda) e subito pronto a mostrare quali magie si potessero fare in camera oscura.

Ph. © Giulia Conciatori Sono questi i protagonisti, e soprattutto le protagoniste, della mostra di CAMERA, insieme a Man Ray, l’autore di opere leggendarie come “Le Violon d’Ingres” (1924), “Noire et blanche” (1926), “La Prière” (1930) - tutte in mostra -, il ritrattista prediletto della Parigi intellettuale e di quella della moda, l’autore dei “rayographs” e delle solarizzazioni, due procedimenti tecnici che sono diventati gli emblemi dell’invenzione fotografica delle avanguardie di inizio secolo.

Oltre a ciò, Man Ray fu anche il mentore di due tra le maggiori fotografe del periodo, Berenice Abbott e Lee Miller, inizialmente sue assistenti, ma che furono in grado di liberarsi della sua ingombrante personalità per affermare il loro autonomo linguaggio. Come disse Sylvia Beach, editrice e proprietaria della libreria “Shakespeare & Co.” di Parigi, “Essere fotografati da Man Ray o da Berenice Abbott significava essere qualcuno”, e in mostra sfilano sotto i nostri occhi - ripresi dallo sguardo acuto della fotografa americana - James Joyce e Jean Cocteau, André Gide ed Eugène Atget, in una splendida carrellata che riporta a una stagione irripetibile della cultura europea.

Ph. © Giulia Conciatori Mentre Lee Miller, giunta anche lei dagli Stati Uniti con la fama di bellissima modella, lavora con Man Ray a partire dal 1929 e diviene talmente abile da essere praticamente considerata la coautrice del portfolio “Électricité” (1931) - qui esposto - uno dei capolavori assoluti della fotografia del periodo, e da diventare a sua volta una protagonista della fotografia di moda e del fotoreportage negli anni Trenta e Quaranta.
E poi Meret Oppenheim, che presta il suo corpo nudo per una delle serie più iconiche di Man Ray, “Érotique-voilée” (1933), e al contempo realizza opere di urticante humour surrealfemminista; Dora Maar, di cui si va riscoprendo oggi l’inquietante genialità, rinchiusa per anni nel ruolo di musa sfortunata dell’onnipresente Picasso; Nusch Éluard, compagna del poeta Paul e vera icona del gruppo surrealista, della quale viene esposto un raro collage (oltre che gli splendidi ritratti e nudi realizzati da Man Ray, tra i quali la sensuale silhouette del libro del 1935 “Facile”, capolavoro dell’editoria del tempo). Perché in questa mostra il surrealismo appare nelle sue forme più pure, grazie alle opere fotografiche dell’uomo “dalla testa di lanterna magica”, come lo definiva Breton, tanto che un’intera sala è dedicata alla documentazione dei manichini dell’Exposition International Surréaliste del 1938, “Les mannequins. Résurrection des mannequins”, evento epocale nella storia dell’arte del XX secolo.

Ph. © Giulia Conciatori

“Come è ormai prassi a CAMERA - osserva il Direttore Walter Guadagnini - abbiamo voluto raccontare un pezzo di storia dell’arte e della fotografia da una prospettiva sorprendente: tutti conoscono Man Ray, i suoi nudi dall’erotismo sensuale, provocatorio e giocoso, ma non altrettanto conosciuta è la storia delle donne che con lui hanno collaborato, vissuto, litigato, che da lui hanno imparato e a lui hanno insegnato, e che si sono rivelate come altrettante protagoniste dell’arte e della fotografia mondiale. In questa nuova prospettiva, ricreiamo un ambiente, raccontiamo una storia in parte inedita ed esponiamo dei capolavori”.

Ph. © Giulia Conciatori

Emanuele Chieli, Presidente di CAMERA, sottolinea: “Questa mostra rappresenta un nuovo, importante passo nel percorso di ricerca e di presentazione al pubblico intrapreso da CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia ormai quattro anni orsono: si tratta infatti non solo della prima mostra di CAMERA dedicata a un grande maestro della storia della fotografia mondiale del XX secolo, ma anche dell’approccio nuovo a un tema così attuale come quello del ruolo della donna all’interno di ogni ambito della società, compreso quello artistico”. 

Ph. © Giulia Conciatori
Ph. © Giulia Conciatori
Ph. © Giulia Conciatori

INFORMAZIONI CAMERA
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Orari di apertura (Ultimo ingresso, 30 minuti prima della chiusura) Lunedì 11.00 - 19.00 Martedì Chiuso Mercoledì 11.00 - 19.00 Giovedì 11.00 - 21.00 Venerdì 11.00 - 19.00 Sabato 11.00 - 19.00 Domenica 11.00 - 19.00

Biglietti Ingresso Intero € 10
Ingresso Ridotto € 6, fino a 26 anni, oltre 70 anni

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