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Ho sempre pensato di odiare i musical ma poi, riflettendoci, ho iniziato a stilare una lista e ho capito che li amo. Follemente.
Chi mi conosce bene sa anche dove è cominciato questo amore folle.
Era il 2001 e una mia cara amica aveva registrato su una VHS “Moulin Rouge”.
Mancava qualche minuto iniziale perché era arrivata tardi a premere rec e, senza spoilerare, per chi conosce il film in questione e sa che ha una struttura circolare (ovvero che già all’inizio si sa come finisce) può immaginare cosa è successo alla prima visione: un dramma.
È diventata, poi, una specie di ossessione perché niente mi ha mai più emozionato quanto quel film. L’ho guardato fino a consumare la VHS (sì, in certi punti il nastro consumato saltava e si vedeva in bianco e nero, per far intendere la gravità della situazione), l’ho comprato in DVD e tutt’ora conosco a memoria ogni singola battuta. Ogni nota. Ogni movimento. Tutto.
È per questo che alla prima visione del trailer di “La La Land” ho avuto un po’ timore. Il timore di non riuscire a emozionarmi tanto quanto mi ha emozionato “Moulin Rouge” e di non riuscire ad apprezzare in pieno il film lasciandomi andare a un confronto senza senso.
Quando le luci in sala si sono spente, ammetto di averlo fatto quel confronto senza senso, almeno fino a metà film quando ho capito dove si stava dirigendo.
Se inizialmente si pensa “ahhhh ha copiato eh!” poi si capisce che Damien Chazelle non ha copiato ma semplicemente omaggiato i film d’autore (specialmente i musical, ma non solo) in modo magistrale. Un po’ come è accaduto con il tormentone “Stranger Things”, anche “La La Land” ha preso ispirazione dai grandi ma li ha totalmente rivestiti in modo intimo e personale.
La storia è la storia di Mia e Sebastian, lei aspirante attrice ma barista e lui pianista che vuole salvare il jazz ma finisce per suonare “Jingle Bells” in qualche locale da quattro soldi. Entrambi ambiziosi ma soprattutto sognatori, si incontrano e scontrano a passo di danza e si sostengono a vicenda per realizzare i propri sogni.
La cosa che più mi ha fatto impazzire a livello visivo è lo studio fotografico e la costruzione nel minimo dettaglio di ogni scena. È sempre presente negli sfondi un colore uguale, o comunque in perfetta tinta, a uno dei colori che qualche personaggio indossa.
Nonostante la sua giovanissima età (soli 32 anni), Chazelle ha fatto un lavoro di regia che supera di gran lunga il suo successo precedente “Whiplash”. Le riprese seguono l’armonia sonora rendendo ogni movimento di camera quasi un passo di danza e credo che si meriti fermamente di essere il più giovane regista a vincere un Oscar perché il piano sequenza iniziale sulle note di “Another day of sun” è pazzesco.
Ad affiancare questo dinamismo di colori è la colonna sonora, prima su tutti l’onnipresente “City of stars”, una ballata malinconica e tiepida come il rosa dei tramonti su cui viene suonata.
Ed è proprio nella “città delle stelle” che ci troviamo, la città dei sogni patinati e delle grandi delusioni: Los Angeles. Anche nella scelta della location, Chazelle vuole fare un omaggio a tutto quel cinema che ha fatto sognare, piangere ed emozionare fino ad oggi.
E il messaggio che arriva è lo stesso che forte bucava lo schermo sul finale di “Pretty Woman” agli inizi degli anni ‘90:
“Questa è Hollywood, la terra dei sogni. Alcuni si realizzano altri no, ma voi continuate a sognare”.
L’atmosfera è magica e i protagonisti, Emma Stone e Ryan Gosling, hanno quell’approccio al canto e al ballo goffo ma giovane e spiritoso che riesce ad arrivare subito al cuore.
Fresco di vittorie, al momento ben 7 Golden Globes e Coppa Volpi ad Emma Stone, “La La Land” ha ricevuto 14 nomination agli Oscar eguagliando il record di soli due film ad oggi (“Eva contro Eva” e “Titanic”).
Mi sento di sfidarvi a non commuovervi davanti al provino cantato di Mia: una vera e propria ode ai sognatori e agli artisti (Emma te la porti a casa la statuetta, te lo prometto!).
Vi auguro, infine, di sentirvi come mi sono sentita io dal primo minuto all’ultima riga dei titoli di coda: una sognatrice avvolta dal tepore di un abbraccio malinconico.
Lasciate a casa la voglia di confronti senza senso e fatevi un regalo: andatelo a vedere.
E sognate, commuovetevi, sorridete. Vivete ogni emozione.
La città delle stelle vi aspetta.
© Giulia Cristofori