Ottobre è appena iniziato e per molti questo significa autunno, tazze di tè, maglioncini pesanti e serate passate sdraiati sul divano accoccolati tra morbidi plaid pelosi ed eventuali pelosetti miagolanti/abbaianti.
Non che a me questo risulti meno accattivante, ma dal primo di ottobre il mio cervello recepisce solo un’informazione: TRA QUATTRO SETTIMANE È HALLOWEEN!
Sì Halloween non è una festa italiana, e sì non sono esattamente la tipa da festa in maschera, ma Halloween non è solo questo.
Penso che nella vita ognuno di noi abbia le proprie tradizioni e per me Halloween significa fondamentalmente interminabili maratone di film inquietanti.
Dunque benvenuti al primo appuntamento di: It’s an Halloween countdown!
Vi terrò compagnia per le prossime quattro settimane condividendo con voi la mia personalissima lista/tradizione di film da vedere fino al giorno delle streghe.
Il tema di oggi è: Mostri.
Tema poco inflazionato, lo so, ma è pur sempre un countdown di Halloween, no?
E quale miglior esempio di “mostro” se non uno proveniente direttamente dall’inferno? Signore e Signori parliamo di “Hellboy” un inquietante e gotico film del 2004 diretto da Guillermo del Toro interpretato da Ron Perlman e tratto dall’omonimo fumetto di Mike Mignola.
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Il film inizia nel 1944, in cui un giovanissimo professor Bruttenholm, parte delle forze alleate nonché uno dei protagonisti, pone allo spettatore la domanda che direzionerà poi tutto il film :”Cos’è che fa di un uomo, un uomo?”
La scena si apre con i servizi segreti nazisti che guidati niente di meno che da Rasputin in persona, cercano di aprire un portale con l’aldilà, subito richiuso grazie all’intervento dei buoni (aka gli alleati).
Dal portale però è riuscito a passare qualcosa, una sorta di ragazzo diavolo, il futuro Hellboy, di cui il professore decide di prendersi cura diventando “un padre impreparato per un figlio indesiderato” come lui stesso dice, e crescendo Hellboy con amore.
Stacco, giorni nostri, Hellboy è una grossa creatura umanoide rosso fuoco sulla trentacinquina con gli spuntoni di due corna che lima continuamente per sembrare più umano, una lunga coda e un pessimo carattere. Hellboy, Red per gli amici, è diventato negli anni la punta di diamante del Bureau of Paranormal Research and Defense, atto a combattere tutto ciò che è paranormale, e nonostante l’aspetto demoniaco il sarcasmo e l’incredibile forza, non è altro che un adolescente dall’età adulta, che si sente insicuro e fuori posto poiché non umano, come non manca mai di fargli notare Manning, l’agente a capo dell’agenzia.
L’interno del Bureau è stupendo, composto in primis da una sorta di Wunderkammer di reliquie sacre e profane utilizzate in combattimento da Red e dai suoi compagni e dalla libreria del professore, una sconfinata stanza quasi fiabesca con la prevalenza di toni dorato caldo e libri ovunque.
Qui facciamo la conoscenza di Abe Sapien un umanoide/anfibio dotato di un’infinita cultura che, durante le presentazioni con il nuovo arrivato agente Mayers che chiede cosa sia quell’essere, viene definito dal professore “Persona, non cosa” .
Ci saranno poi lotte, battaglie morti e momenti d’amore, e una fotografia che ad ogni cambio di scena lascerà a bocca aperta lo spettatore, ma è questo secondo me il punto centrale di tutto il film: la capacità del professore di vedere uomini dove il resto del mondo vede mostri.
Il professore crede che loro non lo siano e loro, semplicemente, al di là dell’aspetto che hanno, non lo sono.
Scorrendo avanti veloce fondamentalmente Rasputin ricompare e in un modo o nell’altro, mettendo in atto un piano in cui i diversi ingranaggi finiranno per incastrarsi perfettamente, riesce a fare arrivare Hellboy esattamente dove voleva, svelandogli che lui e la sua natura demoniaca sono la chiave per riaprire il portale, ma Rasputin non ha tenuto conto di una cosa, l’umanità di Hellboy.
Non svelerò il finale, quello lo vedrete da soli in un susseguirsi di scene pazzesche per azione, fotografia, simbolismi e richiami alla cosmogonia Lovecraftiana che porteranno il nostro Red ad incarnare alla fine l’archetipo dell’eroe . Quella con cui voglio lasciarvi è una serie di domande: Cos’è umano? Cosa non lo è? Ma soprattutto la natura di una creatura ne condiziona necessariamente le azioni e i sentimenti ?
Le risposte le lascio trovare a voi…
© Nadia Caruso