"We are an impossibility in an impossible universe." Ray Bradbury
Ciao Alessandra e benvenuta tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Ciao! Grazie mille di avermi ospitato! Disegno praticamente da sempre, ma ci sono stati vari periodi nella mia vita in cui ho completamente smesso e vari fugaci momenti nei quali mi sono detta di voler fare questo nella vita. Ma questo vale anche per un miliardo di altre cose che mi piace fare. Qualche anno fa, sulla soglia dei 30 anni, è venuto da sé che il disegno fosse l’unica cosa che mi prendesse sopra ogni altra. Può essere che tra qualche anno farò qualcosa di completamente diverso...
Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
Ho scelto "We are an impossibility in an impossible universe" di Ray Bradbury. Mi piace la struttura della frase, la negazione di una negazione, un paradosso. Frasi del genere mi fanno il solletico al cervello. Emotivamente mi ritrovo con questa affermazione nichilista, ma sono convinta del contrario (o forse il significato è lo stesso?), cioè che siamo una delle tante possibilità tra tanti possibili universi.
Utilizzi qualche lente particolare per carpire la sfumatura grottesca che riporti nelle tue immagini o è un’abilità insita nelle tue pupille?
Per quanto mi riguarda lo stile è frutto di un insieme complesso e processuale. Ci sono di mezzo gusti, significati, prestazioni fisiche, abilità e strumenti tecnici, tutte condizioni variabili. La chiave, però, sta nel valorizzare le mie incapacità.
C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Kafka è il mio faro buio in una notte troppo luminosa. (: Il fallimento, il soccombere e l’insensatezza, trattati con sottile ironia, sono per me esorcismi contro la necessità del compiuto e del significato. Liberarsi dalla tensione del senso è uno dei passi per godersi le cose di per sé.
I tuoi personaggi raccontano storie avvolte dal nonsense e brandelli di frasi. Vivono al di fuori di te o sono il tramite per i tuoi flussi di coscienza?
Anche con la volontà di lasciarli fuori di me, sono necessariamente una spia del mio pensiero. Quando il mio intento è quello di far descrivere loro qualcosa contraria ai miei principi, quel qualcosa è comunque captata attraverso i miei filitri ed elaborata all’interno dei miei meccanismi. Allo stesso tempo i miei personaggi non potranno esprimere le mie idee in modo diretto, perché il linguaggio ed il disegno sono soltanto un compromesso del pensiero.
Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
Ho un rapporto ossessivo. Quando gradisco un pezzo od un album lo ascolto a ripetizione finché non ne sono assueffata. Poi ho dei periodi di vuoto durante i quali mi astengo totalmente da qualsiasi ascolto musicale. Se conosco bene il pezzo mi diverte illustrarlo. Per colpa dell’Elefante Bllu che mi ha messo la pulce nell’orecchio, attualmente mi sono posta come obiettivo quello di illustrare tutte le canzoni dei Verdena, dei quali sono ossessionata da qualche anno.
Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Attualmente sto cercando di finire il mio primo fumetto lungo (ma non lunghissimo). Ci sto lavorando da troppo tempo e voglio mettere un punto. Ho iniziato vari altri progetti illustrati, che spero un giorno di realizzare. È possibile che non concluderò un bel niente, ma va bene così.
Grazie Alessandra per esser stata con noi! Continueremo certamente a seguirti:
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