"Wherever you go becomes a part of you somehow.” Anita Desai
Alessandra Manfredi ci regala un quadrato sognante e delicatissimo, proprio come sono tutti i suoi lavori. Un'artista che cresce in mezzo alla creatività è in grado di vedere le illustrazioni - e il mondo - con occhi diversi, occhi che valorizzano anche gli spazi bianchi e il vuoto. Ci vuole delicatezza nell'arte, ci vuole quella capacità irreale che ha Alessandra di mettere su carta disegni innocenti e puri.
Ciao Alessandra e benvenuta tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Non saprei dire come è iniziato tutto ma di sicuro sono cresciuta in un'ambiente creativo, con genitori e nonni creativi. Ricordo che ho sempre disegnato, sui banchi di scuola, sui libri, sui diari, dappertutto. Come qualcosa di assolutamente naturale. E ho sempre continuato, anche se poi nel mondo dell'illustrazione e dell'editoria ci sono arrivata più tardi.
Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
So che non potrei vivere senza disegnare, e so che non potrei crescere senza viaggiare. E' una necessità fisica, ne sento proprio il bisogno. Sono per i viaggi itineranti, zaino in spalla, in giro per l'Europa. E penso che ogni viaggio ci lasci qualcosa. Per questo quando ho letto questa citazione mi è piaciuta subito, l'ho proprio sentita mia.
Raccontaci quella volta in cui hai pensato, per la prima volta, che l’illustrazione poteva essere davvero la tua strada.
Mi piace pensare che il destino mi ha dato una mano. Anni fa sono capitata a Milano, seguendo il mio compagno per lavoro. Appena trasferita, senza un lavoro ne amici, ho iniziato a cercare un corso di illustrazione. Lo aspettavo da una vita. Alla fine quando sono entrata nella scuola ho pensato "ecco, ci siamo!".
Dentro io lo avevo sempre sentito. Poi è arrivato il momento in cui lo spazio, dentro, non bastava più.
I tuoi lavori, benché fortemente basati sul disegno, non mancano di colore. Ma ne fai un utilizzo molto moderato e “grafico”, sembrano conferire una sfumatura più emotiva che visiva. È una scelta stilistica precisa o è il modo in cui spontaneamente ti esprimi?
Ogni tavola nasce in modo sempre molto spontaneo, mi lascio trasportare completamente (ogni tanto mi dimentico anche di bere).
Sono molto attratta dai contrasti, soprattutto quelli tra tecniche diverse (ma non solo). La mia filosofia comunque è sempre "less is more", perciò mi piace considerare lo spazio e i bianchi come parte integrante dell'illustrazione stessa, lasciandogli l'importanza che secondo me meritano. Lo stesso vale per il colore, "less is more": meno colore, più importanza.
Ah, e poi c'è anche il fatto che ADORO la grafica.
Animali di tutti i tipi e piccoli insetti si affacciano spesso tra i tuoi tratti. Sono un soggetto che arriva da lontano, ti accompagnano da sempre o collabori con loro in momenti specifici per creare quelle atmosfere nostalgicamente naturalistiche che caratterizzano le tue opere?
Si, sono con me, da sempre. Mi piace pensare che l'illustrazione, in quanto comunicazione visiva immediata, serva in qualche modo anche a creare ponti che permettano di comprendere meglio chi sentiamo "diverso" o lontano da noi. Io poi sono per l'integrazione, totale. Integrazione tra popoli e culture diverse, ovviamente, ma soprattutto l'integrazione tra l'uomo e la natura.
E se è vero che l'illustrazione gioca un piccolissimo ruolo nel mondo, è vero anche che si tratta pur sempre di un piccolo semino che viene piantato nel cuore fertile di un bambino.
C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Difficile a dirsi, è pieno di illustratori strabravi e basta lavorare insieme in una stessa stanza per avere nuovi stimoli e nuove spinte.
Potrei fare una lista infinita, ma alla base ci sono sempre alcuni dei grandi: Beatrice Alemagna, Isabelle Arsenault, Kitty Crowther, Joanna Concejo, ...
Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
La musica, come nella vita, è sempre una delle spinte principali. Ascolto anche cose molto diverse tra loro purché siano belle.
Mi piacerebbe molto illustrare delle canzoni, è una cosa a cui penso da tanto tempo..credo che i primi ad essere illustrati sarebbero De André e i Pink Floyd :)
Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Eh, tanta roba. Butto tutto in pentola poi vedremo cosa ne uscirà fuori. L'illustratore è uno che se va bene realizza 3 dei 100 progetti che ha nel cassetto :)
Grazie Alessandra, incrociamo le dita e continuiamo a seguirti qui:
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