"Per un solo dolcissimo umore del sangue, per la stessa ragione del viaggio, viaggiare” Fabrizio De Andrè
Ciao Antonio e benvenuto tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Ciao CrunchED, e grazie a voi!
Da piccolo, successe qualcosa che provocò in me una sensazione di irrequietezza, che non riuscivo ad accettare. Trovai in un foglio bianco il mio più prezioso confidente. Da quel giorno ogni cosa che avesse urgenza di essere liberata dalla mia mente, veniva in qualche modo intrappolata in quel rettangolo bianco, facendomi ritrovare (finché durava) uno stato di benessere!
Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
Khorakhanè è una canzone di De Andrè che racconta lo stile di vita e l’assoluta libertà della popolazione Rom. Un popolo che custodisce il senso delle cose che contano. Popolazione che non segue una specifica corrente, ma affronta la vita come viaggio senza meta. Ho scelto di rappresentare lo spirito di libertà di chi vive fuori da condizionamenti economici e sociali, di chi continua il suo viaggio di chi sa di non poter essere giudicato perché cammina nel vento che non può essere imbrigliato. “In quel campo strappato dal vento a forza di essere vento”.
Le tue opere alternano una molteplicità di colori sgargianti e saturi a disegni dove il contrasto tra il foglio e l’inchiostro dominano il foglio. Come ti muovi tra queste due estremità? Scegli un effetto rispetto all’altro in relazione all’illustrazione che vuoi realizzare o ti guida l’ispirazione del momento?
Tutto dipende da cosa ho bisogno di raccontare. Alcune volte mi lascio trasportare dal disegno, soprattutto nella fase iniziale, di studio e sperimentazione. Poi, mi distacco dalla fase ispiratrice ed entro in un meccanismo di controllo dove non lascio molto spazio al caso, dove tutto segue una linea ben precisa.
C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Ci sono molti artisti che mi hanno ispirato e altri che continuano a farlo elencarli tutti è difficile! da Andrea Pazienza a Toppi, alle illustrazioni da Ana Juan a Rebecca Dautremer, Quantin Greban, Roger Olmos, Gipi, Mattia Surroz, Mattotti, Pedrosa e tanti altri e poi molti scrittori, poeti, cantautori. Ma soprattutto mi lascio ispirare da tutto quello che mi circonda e capita quotidianamente.
Nei tuoi lavori si affacciano figure diverse. C’è qualche personaggio ricorrente a cui sei maggiormente legato o è raro che lo stesso soggetto appaia più di una volta sui tuoi fogli?
Sono legato a tutti i personaggi che appaiono nei miei lavori, molte volte si ripetono mutando aspetto, ma sono sempre loro. Altre dipende da quello che viene richiesto dal progetto, dalla storia. E sempre un capire cosa si va a rappresentare e come lo si vuole rappresentare.
Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
La musica accompagna molto le mie giornate. Ma metto play solo nelle fasi successive al disegno, prima ho bisogna di ascoltare il silenzio per entrare in uno stato di trance che è come una sostanza di cui non posso fare a meno.
Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Sto lavorando a diversi progetti editoriali da presentare, a contenuti per i social, e a un sito internet con shop online. E ogni giorno mi annoto idee per il futuro!
Torno alla scrivania! Non mi resta che ringraziarvi per questa bellissima intervista!
Grazie a te Antonio, noi continueremo a seguirti:
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