“Mi domando se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.” ― Antoine de Saint-Exupéry
Ciao Federica e benvenuta tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Il mio rapporto con il disegno è stato un po’ travagliato. Ho iniziato da piccola, poiché nella mia famiglia l’arte è sempre stata considerata molto importante e, in particolare, mio padre amava e ama dipingere. Però, desideravo anche sperimentare e soprattutto quando ero bambina cambiavo e ricambiavo stile e ambito artistico. Dalla musica alla fotografia all’artigianato. Ero molto irrequieta e spaventata all’idea di fare sempre le stesse cose. In questo senso, essere autodidatta in tutto, mi ha aiutato, perché mi ha permesso di cucirmi addosso un percorso tutto mio, che continuo a creare. Per un periodo di tempo non ho disegnato, e quando ricominciato, un paio di anni fa, è stato come rincontrare una vecchia amica. È stato un ritorno molto intenso, a tal punto che ho deciso di non smettere più.
Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
La citazione viene da un passo del Piccolo Principe, che è uno dei primi libri che ho letto. È stato un libro fondamentale per la mia crescita, sia umana che artistica. Grazie alle parole di Saint-Exupéry, ho potuto ragionare su dei temi così importanti come l’amicizia e l’amore, accompagnati da immagini fantasiose di un impatto straordinario e allo stesso tempo di grande semplicità. Tutto questo ha contribuito moltissimo a creare il mio immaginario ed è per questo che l’ho scelto.
Nei tuoi lavori salta all’occhio questa particolare caratteristica: la sproporzione accentuatissima tra teste e corpi. Qual è la storia di questo dettaglio? è nato per caso, per esperimento, per racchiudere un messaggio specifico?
Nasce per gioco o meglio, per una commissione. Un paio di anni fa, mi ritrovai a dover ridisegnare dei personaggi storici per una storia per bambini. Nel ridisegnarli mi resi conto che fosse necessario renderli in qualche modo più buffi e meno severi, da lì mi venne l’idea di rimpicciolire le teste, per creare l’immagine di qualcosa di goffo e un po’ tonto. Quest’aspetto è poi rimasto nei miei disegni, anche se ultimamente provo a fare il contrario. Creare queste sproporzioni così forti ed esagerate mi permette di creare un mondo tutto mio governato da queste regole, ma soprattutto di sperimentare un nuovo linguaggio. Ad esempio, quando disegno i corpi giganteschi con le teste minuscole, è sempre una sfida cercare di far comunicare tutto coi gesti e non con le espressioni facciali.
C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
In realtà ce ne sono tantissimi! Nel mondo della letteratura, amo le opere di Pennac e Benni che mi stimolano sempre sul lato del buffo e del surreale. Per quanto riguarda il mondo dell’illustrazione, i miei riferimenti più importanti sono Joanna Concejo e Monica Barengo, due delle mie illustratrici preferite. Un’altra fonte di ispirazione fondamentale deriva sicuramente dal cinema, con Tim Burton, soprattutto con i primi film. Quel suo mondo malinconico ma inquietante mi ha sempre affascinato e stimolato.
Tra riferimenti a film e musica, personaggi dalle fattezze indimenticabili e panorami dai colori tenui, cosa decide la creazione di un’immagine? Ti guida l’ispirazione o hai un approccio più progettuale e ragionato?
Direi una metà strada tra le due cose. La creazione di un’immagine deriva in un primo momento, da un’ispirazione improvvisa, ma poi subisce sempre delle modifiche appena decido di lavorarci seriamente. Quasi sempre l’idea deriva o passeggiando o ascoltando la musica. Poi segno tutto sulle mie agendine e appena ho la possibilità, sviluppo le idee. Anche se devo fare i conti col mio disordine e la mia capacità di perdere i blocchetti e quadernini praticamente ovunque!
Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
La musica è assolutamente fondamentale nel mio percorso creativo. Nella fase iniziale in cui devo pensare o voglio pensare ad un disegno, è impossibile che ciò avvenga se non ascolto la musica. Devo sempre in qualche modo dedicare un momento della giornata all’ascolto o alla ricerca di nuovi generi e gruppi da ascoltare e, paradossalmente, anche se la concentrazione sembra diretta altrove, questi sono i momenti in cui mi vengono più idee e mi lascio andare all’immaginazione.
La musica ha un potere enorme, poiché da un lato ti culla e dall’altro ti sveglia, e tra questi due opposti nasce l’ispirazione.
Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Un progetto che vorrei portare a termine è una storia per bambini scritta e disegnata da me. L’ho iniziata un anno fa, ma per una serie di intoppi, non sono ancora riuscita a terminarla.
Nel frattempo sto sperimentando nell’animazione, che è un altro campo che mi affascina da sempre. Grazie a voi per queste bellissime domande e grazie anche a chi ha letto! A presto!
Grazie Federica, noi continueremo a seguirti
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