"The pessimist complains about the wind; the optimist expects it to change; the realist adjusts the sails." William Ward
Ciao Andrea, Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Innanzitutto ciao a tutti e grazie per l'intervista. Da quello che mi ricordo ho sempre disegnato, fin da piccoletto.
Probabilmente passavo anche più tempo di quello che passo ora a disegnare, potevo stare delle ore a sfornare interi serragli di mostri o robot e tutto quello che ci sta in mezzo.
Per un lungo periodo poi ho messo un po' da parte la matita, non allontanandomi comunque troppo dal disegno: mi ero messo in testa di limitarmi a scrivere storie che altri avrebbero illustrato. Ho cominciato a scrivere sceneggiature e a portare i frutti delle mie collaborazioni con i disegnatori in giro per dozzine di fiere del fumetto.
Purtroppo, o per fortuna, succede che ai festival si sta seduti per ore e ore senza avere nulla da fare, così, per ingannare il tempo, mi mettevo lì a buttare giù disegnetti su disegnetti (abbastanza imbarazzanti a riguardarli ora) sino a che non è tornata una certa passione per l'illustrazione.
Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
Il nominare le vele ha colpito la mia immaginazione.
Il mare come metafora delle difficoltà della vita è un concetto molto affascinante. E chi meglio dei pirati per rappresentarlo?
Nelle tue illustrazioni abbini il nero del tratto a un singolo colore. Come mai preferisci questa monocromia? La scegli inconsciamente o ti permette di esprimerti in maniera più specifica?
Credo dipenda fondamentalmente dalle mie influenze per quanto riguarda il disegno.
I primi fumetti che ho letto da "adulto" sono stati quelli di Mignola (o di autori che disegnano sui suoi testi, quindi con uno stile similare al suo), che fa un uso estensivo dei neri pieni.
Questa caratteristica mi ha conquistato fin da subito, quindi tendo a scimmiottare le sue grosse macchie di nero e il segno angoloso. Allo stesso tempo, per quanto riguarda i colori, fin da quando ero ragazzino frequento le serate nei CSOA e in particolare concerti punk e hardcore, in cui le grafiche dei flyer hanno spesso una tavolozza limitatissima e composta da colori acidi. Quindi, ecco, penso il mio stile di disegno sia derivato principalmente dalla congiunzione di queste due influenze.
C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Beh, come detto, per quanto riguarda i fumetti ho una passione per Mike Mignola, ma anche per Jaime Hewlett, Sergio Toppi, Riff Reb, GIpi.
In realtà ho una sorta di pantheon di disegnatori che ammiro, ognuno per una ragione particolare.
Gli illustratori però ispirano solo la parte grafica dei miei disegnetti, per le idee contribuisce molto il cinema (nella sua interezza, praticamente, a parte superuomini in tutina e poco altro) e la lettura. Oltre ai noiosissimi saggi politici, leggo molta fantascienza e horror. Ma sono piuttosto prevedibile, non mi allontano mai gran che da Philip k. Dick o Lovecraft.
Mi piace anche la narrativa più classica, comunque.
Data la loro peculiarità che tanto ci mette appetito, come scegli i tuoi soggetti e progetti?
Per i miei progetti personali, traggo molta ispirazione dai miei interessi.
Naturalmente la vita politica (dove per vita politica intendo girare per spazi occupati) ha un grosso ascendente sul mio lavoro, ma cerco di mitigare la cosa dandogli sempre un tono leggero, o mescolandola con la fantascienza. Non so se i miei tentativi siano sempre riusciti, però.
In realtà non credo di aver ancora trovato un leitmotiv fra i miei lavori.
Ammiro molto colleghi e amici che da un'idea molto semplice riescono a creare disegni incredibili, perché si concentrano quasi unicamente sulla parte grafica.
Cerco sempre se non un messaggio, almeno una dietrologia per i miei disegni, cosa che mi rende la vita difficile senza motivo.
Per quanto riguarda i progetti più "commerciali" invece, tendo a scegliere cose che non cozzino troppo con le mie passioni: Flyer e copertine di dischi, etichette per birre, illustrazioni per riviste. Ma anche qui credo torni il discorso di complicarsi la vita senza motivo!
Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
Come dicevo prima, il punk e l'hardcore hanno giocato un ruolo fondamentale nella mia idea di grafica. anche se ora le influenze nei miei disegni sono più organiche, le locandine a tinte forti e i disegni super crudi sono sempre lì nel retro del mio cervello. Oltre a ciò, il novanta per cento delle volte, mentre disegno ascolto musica, con rammarico dei coinquilini. canticchio sempre qualche pezzo ska o new wave mentre sto piegato sul foglio, il tutto sempre con rammarico dei coinquilini.
Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Grazie mille a voi per l'intervista, è stato un piacere!
Dunque, intanto per i progetti futuri (o passati, o in corso: non so quando uscirà questa intervista!) potrei citare 50 morsi alla luna a cui ho partecipato molto volentieri!
Per il resto attualmente sto collaborando con alcuni amici per mettere in piedi una rivista antologica dal titolo FIL ROUGE! , che avrà come concetto quello di avere un tema (un fil rouge, per l'appunto) per ogni numero e che ogni autore potrà sviscerare come preferisce. Ho anche un libro (leggasi fumetto) nel cassetto da un po' di tempo, per il quale sto ancora aspettando riscontri. Incrociamo le dita!
Grazie Andrea e in bocca al lupo!
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