#crunch139 | The Giuboxe

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"A mind is like a parachute. It doesn’t work if it is not open.” Frank Zappa

Ciao Giulia, noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Veramente non lo so! Ho fatto come fanno tutti i bambini che imparano a tenere una matita, solo che poi ho continuato.
Stavo a giornate a inventare fumetti di supereroine mascherate, avevo milioni di blocchi e di fogli scarabocchiati. Ho passato periodi più produttivi, altri meno. Alle elementari mi ricordo che passavo ogni intervallo a riempire i pentagrammi musicali di fumetti. I miei compagni seguivano le storie ogni giorno e si appassionavano molto. Era divertente.


Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?

Questa è stata una delle citazioni che sono riuscita a “figurarmi” quasi subito nella mente; ultimamente sono attenta all’attualità e a quello che succede nel mondo e mi dispiace che spesso il mio pensiero sia “eppure sarebbe cosi’ semplice...”, e invece le cose non vanno per niente bene.
In tanti ci troviamo a pensare di vivere in una società bigotta, tradizionalista solo per quello che fa comodo, ottusa e piena di paradossi. Senza aprire discorsi troppo ampi, penso che tante volte basterebbe ascoltare, cercare di mettersi nei panni degli altri e soprattutto aprire un po’ la mente. Sono questioni che mi toccano parecchio, nel mio piccolo cerco di dare un contributo e penso che sia questo che mi ha fatto scattare l’ispirazione quando ho letto la citazione di Frank Zappa.


C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Ci sono tantissimi artisti che amo: mi piace molto il surreale di Dalì, il fatto che degli orologi si possano sciogliere, o che possano esistere degli elefanti con le zampe lunghissime, o tigri che escono dalla bocca di un pesce. Mi piace la malinconia di Modigliani e il tormento in cui a volte mi ritrovo, e mi piacciono moltissimi illustratori di questi tempi, soprattutto penso a Rebecca Dautremer, Ceyhun Sen, Lisa Aisato, e praticamente tutti gli illustratori di #logosedizioni.
Non leggo tantissimi fumetti ma ho una vera e propria venerazione per Zerocalcare. Amo come rende originale ogni volta trame e intrecci, quello che dice e come lo dice. Cerco di studiare quanto più materiale possibile, è fondamentale per imparare e per capire il proprio mondo.


Nei tuoi disegni c’è una costante nota malinconica che ben si armonizza con gli sguardi vacui dei personaggi sul foglio. È un dettaglio che aggiungi e dosi a seconda dei casi o pensi che sia l’unico sottofondo possibile per ciò che vuoi esprimere?

Dopo un periodo in cui avevo un po’ abbandonato il disegno, ho ricominciato illustrando vignette che mi riprendevano. Io ho gli occhi grandi e le occhiaie perenni, e mi piaceva enfatizzare queste due caratteristiche. Dopodiché anche tutti gli altri personaggi sono rimasti con occhiaie e occhi vacui, come una sorta di firma. Per quanto riguarda la malinconia, invece, sono affascinata dalle atmosfere un po’ alla Guillermo del Toro e dai personaggi fantasiosi, un po’ malinconici e sfortunati: mi hanno sempre fatto tanta simpatia. Probabilmente perché mi sento molto vicina a loro, e cerco di lasciare che ogni mio disegno porti con se’ un po’ della mia natura. Sono contenta perché è un meccanismo naturale, viene così e basta.

Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
La musica è sempre stata l’altra mia grande passione: finito il liceo ho cominciato a prendere lezioni di canto, avevo un gruppo con cui mi esibivo in bar e locali, e anche adesso continuo a provare con musicisti e amici. In assoluto mi piacciono soprattutto la musica black e l’elettronica, ma in generale ascolto quasi tutti i generi. Quando disegno, però a volte mi da’ difficoltà, come se tra i pensieri che ho in testa e la musica in sottofondo ci fosse troppo rumore, e mi piace anche godermi un po’ di silenzio. Altre volte mi aiuta a lavorare meglio e magari anche con più grinta. Intanto canto, ovviamente.


Tendi a illustrare qualcosa guidata da un testo o un’immagine preesistente o preferisci inventare personaggi e composizioni?

A volte una frase riesce a farmi venire l’idea, che sia di una canzone, di una poesia, di un racconto, a volte un gioco di parole, o un oggetto, o una forma particolare. A volte capita anche con altre immagini, sì, magari per un dettaglio che mi colpisce. Un giorno, mentre passeggiavo, ho visto delle bolle di sapone nel cielo e ho subito avuto chiara un’immagine che poi è diventata un disegno. Provo a lasciare andare l’immaginazione, senza limiti, come fanno i bambini. Cerco di pensare “che cosa potrebbe fare questo personaggio oggi?”, “dove preferisce stare?” “come potrebbe essere casa sua?” e la risposta potrebbe essere qualsiasi cosa. Ne penso quante più riesco e poi cerco di lavorarci su.


Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?

Grazie a voi per aver pensato a me, sono molto contenta! C’è stata da poco la Bologna Childrens’ Book Fair che ho visitato per la prima volta e sono tornata a casa piena di voglia di fare e di migliorare. Per ora ho lavorato a una fanzine, ho in mente altre storie da proporre e da pubblicare, e sto lavorando a illustrazioni da esporre per degli eventi locali. In più sono al secondo anno di arti multimediali all’Accademia di Belle Arti di Carrara, è un percorso che mi entusiasma e per cui cerco di impegnarmi al massimo. Tra poco dovrò mettermi sotto e prepararmi alla sessione estiva!

Grazie Giulia, in bocca al lupo per tutto!
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