#crunch135 | Alice Zorzan

#crunch135 | Alice Zorzan

"My battery is low and it’s getting dark" Opportunity


Ciao Alice e benvenuta tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Ciao anche a voi! Beh allora, disegnare mi è sempre piaciuto molto e ho cominciato sin da piccola, come qualunque bambino nelle ore di scuola materna. Il momento, però, in cui ricordo di aver iniziato a disegnare di mia spontanea volontà dei soggetti precisi, è stato quando verso i 6 anni, tra i vari fumetti di Topolino, ho trovato questo foglio magico con tutte le istruzioni passo-passo per disegnare i vari personaggi del fumetto. Da quel momento in poi ho riempito la casa di Topolini e Paperini formato A2 e non mi sono più fermata.


Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?

Sin dal momento in cui ho letto la notizia del rover Opportunity, questa frase mi è rimasta in testa. Banalmente è stata solo una delle indicazioni tecniche che il robot era programmato ad inviare durante il suo lavoro, ma essendo stata l’ultima (da ciò che dicono) e sapendo quanto questa macchina sia stata fondamentale per noi e per la scienza negli ultimi 15 anni, a mio parere è parso tutto molto poetico e a tratti commovente.


Il tuo tratto è pulito, netto e “spettinato” al contempo. Questo stile ti è sempre appartenuto o è emerso con il tempo?

Questo stile in particolare, è nato tre anni fa. Se mostrassi quello che facevo prima sarei irriconoscibile. Ad esempio, durante la scuola superiore i miei disegni si basavano su uno stile realistico di copie dal vero o di opere già esistenti: riuscivo a riprodurre tutto nel modo corretto certo, ma non avevo uno stile vero e proprio, non avevo uno stile mio. Dopo un po’ ho iniziato a mettere da parte le copie e a buttare giù qualsiasi cosa la mia mano volesse disegnare. Motivo per cui ho un intero libretto di disegni senza senso, ordine, o significato. Da lì in poi sono partita, ho evoluto poco a poco il mio stile iniziando a pensare a ciò che volevo disegnare prima di disegnarlo, a contenere il tratto in pochi segni, e a limitare i colori. Poi un giorno ho sentito la necessità di rappresentare i miei disagi/scenette quotidiane e avendo un libretto nuovo di zecca, in preda alla foga del momento, ho pensato “Perché non provo qualcosa di totalmente nuovo e creo un mio alter ego fumettizzato?”


Le tue tavolozze sembrano sempre ben ragionate, per i colori c’è il numero chiuso e non ci si deve accalcare. è frutto di improvvisazione o di reali ragionamenti e prove preventive?

Partendo dal presupposto che raramente faccio più prove per un singolo disegno - e non di certo per questioni progettuali ma per pura pigrizia - non direi comunque che si tratta di totale improvvisazione. Ciò che mi piace infatti di questo stile è che alla basa di quasi ogni tavola c’è un’idea. Mi basta quella per crearmi un’immagine in testa, sia che si tratti della frase di una canzone, di una battuta, di una quotidianità, o di un’emozione. Quando sento di voler rappresentare qualcosa, mi trascrivo l’idea e poi la realizzo. Per quanto riguarda i colori, non ho una spiegazione precisa. Mi piace che i miei disegni siano ordinati, mi piace vedere spazi vuoti, non mi piace colorare la pelle e i capelli, e voglio che le tonalità che combino siano armoniose tra di loro.


C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?

Beh, per un periodo sono stata talmente invasata di Basquiat che nel mio profilo si possono trovare due o tre disegni fatti proprio pensando al suo stile. Ma ad eccezione di questi, come detto precedentemente, il mio stile è nato molto a caso, senza ispirazioni particolari. Tuttavia uno scrittore che mi ispira a fare dei disegni ogni tanto è Guido Catalano. Ha una scrittura brevilinea perfetta per le mie Cosette che a volte mi fa molto ridere. Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni? Essendo io una pendolare, potrei considerare la musica come la mia migliore amica. Il mio rapporto con essa si può definire ossessivo: la ascolto ogni giorno dalle 4 alle 5 ore senza neanche farci caso, che sia durante i tragitti fuori casa, o la sera in camera mentre lavoro. Occupando una parte così fondamentale della mia vita, inevitabilmente quindi sfocia anche nei miei disegni, i quali molto spesso si basano proprio sulle parole di una canzone che mi è rimasta in mente.


Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?

Heh, ne avrei molti di progetti futuri, il punto è trovare la voglia e il tempo per farli! Per ora credo che procederò ancora un po’ su questa strada, apportando solo qualche modifica a livello stilistico. Più avanti, se mai riceverò lo sprint giusto, continuerò qualche idea lasciata indietro che ha a che fare con le stampe e col legno… ma non vi dico altro. Se volete scoprirlo, sarà tutto svelato a tempo debito sulla mia pagina @lecosette_ .
Grazie CrunchEd per avermi contattato, ciao!

Grazie a te Alice, noi continueremo sicuramente a seguirti:
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