"It meant the world to hold a bruising faith. But now it's just a matter of grace." The Smashing Pumpkins
Non c'è dubbio: per riuscire ad ascoltare il proprio talento, coltivarlo e affrontarlo costantemente, è necessaria una fede brutale nella propria passione e nelle proprie capacità, oltre a una visione scevra da paure e nitida sulle opportunità che il mondo ti offre. Il talento colora una volontà e ti eleva fino a raggiungere uno stato di grazia. Il talento è una questione di grazia.
Per il quadrato di oggi siamo onorati di poter mordere l'arte di Mattia de Iulis, giovane colorista e illustratore piceno dal talento così sconfinato da spiccare già il volo verso il suo stato di grazia fatto di mondi cyberpunk, universi paralleli e alienanti creature. Fresco di vittoria di un Audaci Award 2016 come miglior colorista per una autoproduzione (Kimeramendax, volume d'esordio del collettivo Kuro Jam che vanta una cover del grande David Messina), Mattia ha già conquistato cuori e matite di nomi altisonanti dell'editoria a fumetti come Marvel e Sergio Bonelli Editore.
Sicuri che sentiremo parlare a lungo di lui, abbiamo intercettato Mattia per fargli qualche domanda prima che spicchi il volo verso Avalon e diventi irraggiungibile.
Ciao Mattia e benvenuto tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Ciao a tutti, sono molto contento di rispondere alle vostre domande e complimenti per il progetto che state portando avanti! Disegno sin da piccolo e la cosa che mi ha spinto maggiormente a farlo è stata la voglia di raccontare le storie che avevo (e ho) nella testa. La voglia di viaggiare in posti che non esistono nella realtà. Nonostante ciò ho scelto l’istituto tecnico agrario come scuola superiore (non chiedetemi perché, forse per l’amore verso gli animali e la natura) e sono finito a disegnare tra un esercizio e l’altro. Poi sono finito a Roma per studiare alla Scuola Internazionale di Comics, sia come colorista che come illustratore.
C’è un autore in particolare che ha illuminato o illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Sì, ce ne sono molti. Parto col dire che c’è un disegnatore in particolare che mi ha dato e mi dà tuttora tanto ed è David Messina, prima professore e ora collega. Senza le sue “botte”, come amorevolmente le chiama lui, non sarei ora qui. Poi ci sono Sara Pichelli, Stuart Immonen e David Marquez, disegnatori che ammiro e che studio ogni giorno per imparare sempre di più. La loro capacità di trasmettere le emozioni, le piccole sensazioni attraverso pochi segni mi invoglia a disegnare sempre di più.
I miei coloristi preferiti invece sono Justin Ponsor (in assoluto il mio preferito), Marte Gracia, Dave Stewart e Laura Martin, la loro modellazione e palette cromatiche sono a dir poco illuminanti!
I tuoi lavori urlano un grande amore per l’illustrazione in tutte le sue tecniche, dal disegno a matita alla grafica digitale passando per l’acquerello.
Qual è lo stile che preferisci e che pensi ti rappresenti meglio? Con che strumenti lavori di solito?
Lo stile che preferisco è quello realistico (ma non eccessivo), sia nell’illustrazione che nel fumetto. Il processo che mi porta a creare una tavola inizia con una matita (o penna) e un foglio per poi realizzare il definitivo al pc tramite una tavoletta grafica, sia per l’inchiostrazione che per il colore.
Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
Ascolto di tutto, dai Pink Floyd a Skrillex, dai Linkin Park alle colonne sonore di film e videogiochi.
Solitamente metto su playlist interminabili anche se spesso mi capita di disegnare nel silenzio più totale o in collegamento Skype con amici/colleghi. Fa strano quando ti accorgi di aver finito una playlist di 6-7 ore, è a quel punto che inizio a pensare che probabilmente una piccola pausa sarebbe l’ideale ahahah.
Illustratore e colorista, abbiamo fra le mani il tuo albo #1 NIGREDO (con una splendida copertina di David Messina), primo della saga Kimeramendax, fumetto d’esordio del collettivo Kuro Jam, di cui fai parte insieme ad altri grandi artisti. In questo albo cui rivesti entrambi i ruoli. In quale ti trovi più a tuo agio e come vorresti andasse avanti la tua carriera?
Nigredo è la mia prima esperienza come disegnatore, la mia prima tavola di fumetto infatti l’ho disegnata circa un anno fa. Lavoro ogni giorno per poter migliorare sempre di più e pare che sto proseguendo lungo la giusta strada visto che sono stato notato dalla Marvel (e non solo) ahaha.
Detto questo, il mio sogno è quello di lavorare nel fumetto americano, credo che sia la mia dimensione ideale.
Colorista per Bonelli, sappiamo che stai pensando alla Marvel. Attorno al tuo nome ne girano altri altrettanto grandi e siamo sicuri che sentiremo ancora parlare di te. Progetti futuri? A cos’altro stai lavorando? Sappiamo che Lucca Comics è stata provvidenziale per il vostro collettivo, ci aspettiamo grandi cose.
I miei progetti futuri sono diversi e riguardano Bonelli e Kimeramendax.
Per quanto riguarda Bonelli non posso svelare nulla purtroppo, spero di poterlo fare prima possibile perché è un progetto fantastico su cui non vedo l’ora di lavorare. Dell’altro invece sto disegnando le nuove tavole, mi è mancato tanto! Ultimamente mi è arrivata una proposta di cui posso solo dire che riguarda l’America e una disegnatrice romana che adoro e che seguo da tantissimo, quando mi ha chiamato e mi ha fatto i complimenti per i miei lavori non riuscivo a crederci!
Un abbraccio e grazie ancora per la chiacchierata! :D
Grazie mille Mattia! A presto!
Potete mordere i lavori di Mattia qui:
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