Sono troppi anni ormai che sono solo.
La tristezza e tutto questo silenzio riempiono la casa da quando te ne sei andata.
Volevamo un bambino, eravamo giovani, ma non c’è stato il tempo. Perché si sa, il tempo è tiranno. Vivo nel tuo ricordo, la tua voce, i tuoi occhi felici. Eri felice anche quando li hai chiusi e mi hai detto “fai bene, ricordati di fare sempre bene”.
Ho scolpito il tuo viso nel legno, volevo farlo bene e ci ho impiegato dieci anni. Ogni giorno quel tronco prendeva forma e ogni giorno vedeva un dettaglio nuovo. Poi un giorno ho avuto l’idea migliore che potessi avere.
Volevo darti un figlio in qualche modo perché volevo che il nostro sogno si realizzasse. Così ho affilato i coltelli e ho cominciato.
Intagliavo il legno con la maestria che negli anni di solitudine avevo sviluppato. La mia intera casa era di legno scolpito in ogni angolo per far pratica. Il ragazzo prendeva forma, passavo tutto il giorno a parlare con lui mentre con gli strumenti definivo il suo cuore e i suoi arti.
Un giorno, stremato dalle notti passate a scolpire e scolpire, avevo alzato gli occhi e avevo realizzato di aver davvero finito.
“Tesoro, è il nostro Pinocchio, guarda com’è bello”.
Era la follia ormai a parlare, ero consapevole che dentro di me non c’era rimasto più un briciolo di lucidità. Troppi anni a scolpire quei pezzi di legno esanimi e ora mi ritrovavo così: con un figlio di legno senz’anima e il ritratto di mia moglie scolpito nella testiera del letto.
Volevo fare bene e tutto sommato l’ho fatto.
Il mio lavoro era finito, potevo anche lasciarmi morire così, seduto su una sedia insieme alla mia famiglia. Lo guardavo affranto, poi Pinocchio si è mosso. Avevo sicuramente un’allucinazione, ma lui si era mosso e mi aveva parlato.
Sono passati molti anni da quel giorno e non mi crederesti mai se ti dicessi che nostro figlio esiste ed è diventato un bambino vero grazie alla Fata Turchina! Oh che sciocco, son cose che non si possono raccontare in giro, le dico solo a te perché so che, ovunque tu sia, mi credi.
Volevo fare bene, per questo io e Pinocchio abbiamo bruciato la nostra vecchia casa di legno. Volevamo lasciarti libera a guardarci dall’alto, perché era giusto così. Dovevamo andare avanti e continuare a far bene, proprio come volevi tu.
Tuo, Geppetto.
© Giulia Cristofori
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