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Nel supermercato dei sogni la donna che pensava di essere triste spingeva il suo carrello senza troppa convinzione...nello spazio libero fra gli scaffali c'era un sogno fatto di una luce grande e bianca...
"Questo sogno mi ci vorrebbe proprio - sospirò la donna che pensava di essere triste - chissà quanto costa".
Sul tema dei sogni in genere le classificazioni sono nette: c'è chi cerca di interpretarli e chi li prende per come vengono, un puro divertimento. C'è chi ne vede dei segni premonitori e chi li imputa a una birra di troppo. Infine, c'è chi ama raccontarli e chi non sopporta ascoltarli.
Marita Bartolazzi ha pensato di scriverci sopra, costruire una città senza nome, un personaggio molteplice, un gatto che acquista la erre moscia per posta, un monumento che parla e si sposta e situazioni paradossali nelle quali è sempre presente l'ironia.
L'atrio era pieno di losanghe grigie che avevano la forma della sua tristezza. "Ecco perché sono venuta qui" pensò. Un certo disappunto la colse notando che quelle losanghe grigie erano intervallate da piastrelle gialle e rosse. "Una volta avevo una tristezza più elegante" pensò scontenta.
"La donna che pensava di essere triste", per i giochi di parole, le situazioni e l'immancabile gatto, potrebbe ricordare Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carrol.
Un lettore più erudito riscontrerebbe qualche analogia con il mondo di Rodari o citerebbe Freud. Io invece, ci ho trovato lo stesso mondo de "Il Terzo Poliziotto" di Flann O'Brien e per chi, ogni tanto, gradisce la letteratura come un viaggio nell'impossibile, si tratta di una lettura molto divertente.
Del resto, quanto pagherei per andare al supermercato dei sogni e sentirmi dire dalla commessa con la testa di giraffa:
"C'è un'offerta speciale. Col sogno della compagna di classe blu può avere in omaggio una sè stessa obesa. Cioè formato doppio. - E aggiunse: - Non so se mi spiego..."
Oppure, rovistando tra gli scaffali scoprire che sono in vendita i sogni dei mari in tempesta, chiusi, aperti, con spiagge, scogli, baie, anse, golfi e moli.
La donna che pensava di essere triste non gode di una lettura rapida. Va assaporato lentamente per coglierne tutte le sfumature, consumato in 38 giorni, tanti quanti sono i capitoli.
Va letto e portato a letto, consumato come un sogno, perché, come la protagonista senza nome, si può scoprire che anche i sogni sognano.
E allora è difficile ricordarli tutti.
La donna che pensava di essere triste
Marita Bartolazzi
Copertina flessibile: 149 pagine
Editore: Exòrma (5 ottobre 2017)
Collana: Quisiscrivemale
Compra su: Amazon
© Paolo Perlini