Io prima di te - Jojo Moyes

Io prima di te - Jojo Moyes
Io prima di te - Jojo Moyes

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Sono stata indecisa fino all'ultimo se proporre o meno questa recensione, trattando un autore ed un genere che esulano dalle mie scelte tipiche.
Ma ho deciso di tentare, come, seppur poco invogliata dalla copertina, ho intrapreso la lettura di questo romanzo molto amato dal pubblico. E poi volevo affrontare un annoso problema: quello di tutti coloro che, amando la letteratura, finiscono per ricevere, in occasione delle festività, il libro più venduto del momento, in barba a qualunque gusto personale.

E il libro più venduto del momento è questo,- vuoi perché il genere chick lit va per la maggiore, vuoi perché dalle sue pagine è stato tratto un film-, non c'è rivista, social, scaffale della libreria che non lo metta in evidenza.
Allora proviamo a eviscerare un po' questo successo e vediamo cosa si può salvare di questo ennesimo bestseller.

La trama non è certo originalissima: c'è un uomo bisognoso di cure e una bella ragazza a fargli da crocerossina.
Il narratore è la ragazza, Louisa Clark, una ventiseienne senza grandi ambizioni, con un fidanzato storico ma tiepido, un lavoro tranquillo come cameriera in un baretto di provincia, una sorella con la quale è in costante competizione agli occhi dei genitori. Quando il bar nel quale lavora chiude per improvvisa bancarotta, il suo mondo di sicurezze incrollabili viene meno e si trova a dover cercare un altro lavoro.
Dopo alcune esperienze deludenti e alcune proposte indecenti, incappa in un annuncio sibillino e allettante: fare da dama di compagnia ad un ricco invalido. La ragazza non è entusiasta, temendo che in realtà le si nascondano mansioni da badante, ma il trattamento economico sarebbe tale da farle rompere gli indugi e presentarsi al lavoro. Di lui, Will, non sappiamo molto: sappiamo che è un rampollo di una famiglia benestante, che ha 35 anni, che è belloccio ed ha un pessimo carattere. E che, per un banale incidente, è diventato tetraplegico. Attorno a lui ruotano un manipolo di personaggi: l'assistente sanitario Nathan, una coppia di genitori al capolinea, una sorella suscettibile, più varie isteriche comparse accomunate dal disagio di trovarsi in una situazione troppo delicata da gestire.

Chi ha avuto la sfortuna di trovarsi ad affrontare un'improvvisa invalidità lo sa: è come camminare su una lastra di ghiaccio al disgelo chiedendosi ad ogni passo se reggerà il peso o se si finirà nell'acqua gelida. E questa sensazione di nervosismo viene trasmessa, anche se l'autrice non approfondisce mai descrizione e narrazione, rimanendo su uno stile scorrevole ma piuttosto superficiale. I personaggi sono abbozzati, come sculture incomplete: se ne intuisce il carattere ma non sono definiti, esattamente come la storia stessa, che ad un certo momento si interrompe, lasciando al lettore l'ingrato compito di scrivere la fine.

Per quanto riguarda l'aspetto sentimentale non posso essere altrettanto generosa: la "storia d'amore" non decolla mai veramente, ma rimane allo stato embrionale, più una pietosa apprensione da parte di lei, un affetto paternalistico da mentore da parte di lui.

SPOILER: da questo momento in poi anticipazioni sostanziali sul romanzo.

Il fulcro del romanzo, alla fine, è il diritto inalienabile di ognuno a scegliere la propria vita e, quando ciò non pare più possibile, scegliere la propria morte. Perché è questo il messaggio più forte dell'intera storia, l'intenzione nascosta fin dal principio, il motore della vicenda: Louisa viene assunta nella speranza che la sua compagnia (e, perché no?, le sue grazie), distolgano il testardo ed orgoglioso Will dal suo intento di porre fine alle proprie sofferenze in maniera "dignitosa" affidandosi ad una clinica svizzera per il suicidio assistito. E il fatto che la paventata liaison non riesca a infiocchettare il lieto fine è quasi rivoluzionario. Ma il problema rimane l'incoerenza di fondo: la vita vale la pena di essere vissuta solo se sei al top della forma, se nulla ostacola i tuoi sogni di gloria, se puoi fare tutto quello che vuoi? Perché questo pare il messaggio: se non va come vorresti allora hai il diritto a suicidarti. E si può chiamare questo un "inno alla vita"?

Credo che ognuno abbia la propria risposta. E, alla fine di tutto, è bene ricordare che
"Si può aiutare solo chi vuole essere aiutato"

Io Prima di te, Jojo Moyes
Listino: € 13,00
Editore: Mondadori
Collana: Oscar Absolute
Pagine: 396

© Erika Casciello

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