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La storia di Marco, Elisa, Paolo, Natalia e i loro compagni di classe. Per dare un morso al vostro passato.
Ce lo racconta Paolo Perlini
Questa teoria non riguarda la mela che Eva offrì ad Adamo; non riguarda il pomo della discordia, la Apple, New York, Biancaneve, l’ultima fatica di Ercole, la casa discografica dei The Beatles. Non c’entra nemmeno l’abusato proverbio che dice “una mela al giorno toglie il medico di torno”.
La teoria della mela è formulata da Elisa Bianchi, una delle protagoniste dell’omonimo romanzo di Michela Magliona, pubblicato il febbraio scorso da Catartica Edizioni e presentato al Salone del Libro di Torino.
“Forse hanno ragione suo padre e sua madre quando dicono che la mela non cade mai troppo lontano dall’albero. Ma lei, proprio pensando all’immagine della mela che cade, si convince che se casualmente qualcuno desse un calcio a quella mela, il suo posto non sarebbe più sotto quell’albero”.
La mela in questione è Marco Ferretti, un ragazzo piccolo di statura che indossa abiti di recupero e profuma di sapone di Marsiglia. È l’ultimo ad arrivare nella scuola Ippolito Nievo, frequentata soprattutto da figli di persone benestanti e distinte.
I suoi genitori invece, si sono distinti per ben altro e ora lui vive con la nonna.
Marco prende posto nell’unico banco libero, quello vicino a Elisa Bianchi, ma prima di sedersi ha un malore dovuto alla tensione e cade a terra. Da quel giorno viene soprannominato “Svengolo”.
È Paolo Desanti, l’autoritario leader a stabilirlo. Un nomignolo efficace, che richiama la sua bassa statura e il fatto che sia svenuto. È sempre lui a chiamare “Ba-ba- Barbie”, il balbuziente Riccardo Barbieri mentre Elisa Bianchi è soprannominata “Quattrocchi”, perché porta gli occhiali. Lei vorrebbe soltanto essere lasciata in pace nel suo mondo di fantasia. Si sente inadeguata, “diversa da Natalia e Paolo che sono una concentrazione di fortuna e doti necessarie a far sì che tutto volga nella direzione a loro più favorevole”.
Eppure Elisa non è brutta. Un giorno, dopo aver pianto, si solleva gli occhiali e Marco la guarda:
“È diversa, gli occhi sono grandi, un nocciola tendente al giallo che ha gli stessi riflessi dei capelli. Gli ricordano il barattolo di miele che sua nonna tiene vicino allo zucchero. A lui non piace il miele, ma ama il fatto che ci puoi vedere attraverso”.
Tra i due scatta un’intesa fatta soprattutto di silenzi, poi di sguardi, infine di vera amicizia.
L’istituto Ippolito Nievo può anche essere una scuola frequentata da figli di persone “perbene” ma questo non significa che la comprensione, l’educazione, il rispetto, i sani principi siano garantiti. Anzi, spesso è il contrario.
Provate voi a infilare un usignolo sperduto dentro una gabbia nella quale c’è già una coppia affiatata. È come infilare una mela marcia nel cesto di quelle buone. È come inserire “Questo è il ballo del qua qua” in una compilation che comprende Europe, Prince, U2, Wham, Phil Collins, Madonna, Duran Duran, Guns’n Roses e via dicendo.
Marco, la mela caduta vicino all’albero del peccato, paga le colpe dei suoi genitori; è sottoposto ai giudizi di alcuni compagni e ai pregiudizi dei loro genitori. È divorato da due sentimenti contrastanti i quali non possono andare d’accordo e sui quali non sa decidere.
“Non è questione di coraggio per Marco, è solo questione di scegliere il campo di battaglia giusto”.
E bisogna sceglierlo bene per evitare una visita della Gerardi, l’assistente sociale, o un’ulteriore seduta dalla psicologa Cometa. Ogni suo errore vale doppio, perché se commette uno sbaglio i pregiudizi su di lui trovano fondamento.
Michela Magliona in questo romanzo ci offre un cesto di mele di varietà diverse e con differenti punti di maturazione. Provate a coglierne una: può essere che vi rispecchiate in Marco, la vittima predestinata, oppure in Paolo, il carnefice. Perché poco o tanto, per pochi o per molti, ciascuno di noi ha interpretato i diversi ruoli. Per qualcuno siamo stati esempi da seguire, per altri da biasimare. Forse lo siamo stati a nostra insaputa, con una parola, un gesto ma anche con il silenzio o una semplice risata.
Se pescate la mela giusta vi torneranno in mente anche quei momenti in cui l’amicizia iniziava a prendere un sapore diverso e sentivate il cuore battere con più intensità. Tra un morso e l’altro vi ricorderete di essere stati pure gelosi. Tutto sommato, guarderete il vostro passato con occhi diversi e sarete felici di essere cresciuti, maturati.
Titolo: La teoria della mela
Autrice: Michela Magliona
Editore: Catartica edizioni
Pagine: 216
Pubblicazione: 27 febbraio 2023
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