Ontologia orientata agli oggetti. Una nuova teoria del tutto di Graham Harman
Un approccio filosofico che tenta di decentrare l’umano
di Chiara Bianchi
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Graham Harman, filosofo statunitense contemporaneo, è il fondatore di Object-Oriented Ontology (OOO) tradotto Ontologia orientata agli oggetti, una forma contemporanea di realismo filosofico impegnata nello studio degli oggetti.
Ma cos’è un oggetto per Harman e per questa nuova teoria del tutto? Contro l’idea esistente di un oggetto come entità duratura e inanimata, la OOO intende l’oggetto come qualsiasi cosa che non può essere totalmente ridotta né a componenti di cui è fatta, né agli effetti che ha sulle altre cose. Quindi potremmo dire che sono oggetti l’elettrone, la Compagnia Olandese delle Indie Orientali, la galassia, personaggi immaginari come Sherlock Holmes, le foreste, le coppie sposate (solo per citare gli esempi che si incontrano all’interno del libro). Per Harman un oggetto è tutto ciò che resiste alla riduzione, tutto ciò che non può essere spiegato solo riducendo alle sue componenti.
In questo recente lavoro, arrivato in Italia grazie a Carbonio Editore e alla traduzione di Olimpia Ellero, Harman offre una sintesi introduttiva e una spiegazione delle idee centrali della OOO.
Il libro si apre con una esaustiva prefazione di Francesco D’Isa seguita da una breve sezione introduttiva. Si sviluppa in sette capitoli, ognuno dei quali tratta un aspetto particolare dell’ontologia in rapporto alle tendenze filosofiche e scientifiche contemporanee.
Ma cosa si intende per ontologia?
Nella sua tesi di dottorato Harman, nel 1999, utilizzò la dicitura filosofia orientata agli oggetti, promuovendo un resoconto orientato agli oggetti delle sostanze metafisiche. In seguito alle pubblicazioni dei suoi primi lavori, altri filosofi iniziarono a convincersi della credibilità del suo pensiero e fu Levi Bryant a utilizzare per primo, nel 2009, il termine ontologia orientata agli oggetti.
Essa, abbreviata in OOO, è una posizione filosofica secondo cui gli oggetti esistono indipendentemente dalla percezione umana e mettono in discussione il ruolo centrale della prospettiva umana all’interno della filosofia tradizionale.
Come indica chiaramente il sottotitolo del libro, Una teoria del tutto, la speranza di Harman è quella di riuscire a spiegare la struttura di base di tutti gli oggetti esistenti utilizzando il suo schema quadruplice come guida.
Nel primo capitolo sono diversi gli aspetti criticati alle teorie del tutto di natura scientifica, ponendo l’accento su quattro fondamentali difetti: il fisicalismo, il piccolismo, l’anti-finzionismo e il letteralismo. Per la OOO non esiste nessuna verità, perché la realtà è così reale che ogni tentativo di tradurla in termini letterali è destinato a fallire.
Ogni oggetto, umano o no, deve essere pensato come esistente al di là delle sue relazioni, senza escludere, però, che esso debba in qualche modo incontrarsi e influenzarsi con un altro oggetto, altrimenti cambiamento e affetto sarebbero irraggiungibili. Questa inter-oggettività implica che ogni interazione tra gli oggetti debba essere indiretta e avvenga tramite una mediazione estetica o sensuale, mezzo per il trasferimento di qualità tra gli oggetti.
Si è nominata l’estetica che, secondo Harman, è il mezzo diretto per la creazione di nuovi oggetti e allo stesso tempo indiretto, e quindi anti-letterale, per alludere al reale. Questi concetti vengono spiegati nel secondo capitolo, dove si sofferma sul linguaggio metaforico, suggerendoci come un meccanismo simile alla metafora è all’opera in ogni interazione tra gli oggetti.
Nel terzo capitolo Harman fornisce un resoconto delle sue opinioni su società e politica, fondando la sua idea sul fermo rifiuto delle posizioni incentrate sull’uomo – nelle quali la politica esiste solo come prodotto esclusivo dell’uomo e delle sue relazioni.
Contro la pretesa di conoscere l’essenza di alcunché la OOO sviluppa la sua quadruplicità. Non solo, dunque, tempo e spazio, ma questi deriverebbero da due tipi specifici di tensione tra oggetto e qualità. Spiegando come l’ontografia abbia il suo fondamento proprio nell’interazione tra gli oggetti e le loro qualità, opponendosi a qualsiasi forma di realismo.
A partire dall’epistemologia di Kant, i filosofi moderni hanno iniziato ad articolare un antropocentrismo trascendente. In contrasto con il punto di vista di Kant, i filosofi orientati agli oggetti sostengono che gli oggetti esistono indipendentemente dalla percezione umana e che le relazioni di oggetti non umani distorcono i loro oggetti correlati nello stesso modo fondamentale della coscienza umana. Pertanto, si dice che tutte le relazioni oggettuali, umane e non umane, esistano su un piano ontologico uguale tra loro.
L’ultima parte del libro traccia i punti fondamentali della OOO, presenta una panoramica di approcci all’ontologia – tra filosofi vicini e vicinissimi all’ontologia – e descrive come questo movimento filosofico abbia trovato terreno fertile nell’arte e in particolar modo nell’architettura.
L’obiettivo di Harman, con la pubblicazione di questa guida, è raggiungere non solo gli addetti ai lavori, ma soprattutto il vasto pubblico.
Scritto con un linguaggio accessibile è un modo per approcciarsi alle nuove teorie filosofiche di questi nostri tempi.
«Il problema, però, è che nessuno sa cosa sia veramente la materia. Siamo diventati dei filosofi, e non dei dogmatici violenti, perché siamo perennemente sulla strada per scoprire quale sia l’essenza di ogni cosa.»
Genere: Filosofia
Listino: € 17,50
Editore: Carbonio
Collana: Zolle
Data uscita:17/06/2021
Pagine: 320
Formato: brossura
Lingua: Italiano
Curatori: Francesco D'Isa
Traduttori: Olimpia Ellero
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