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Alter Ego ci porta in Messico con le protagoniste di questo romanzo intriso di femminismo, realismo magico e della potente arte del racconto.
di Christina Bassi
“Erano le sei del pomeriggio quando Guadalupe venne a dirmi hanno ucciso Paloma. Non ricordo mai le ore, non ricordo gli anni, non so quando sono nata perché sono nata così come nasce la collina, ci provi a chiedere alla collina quando è nata, però so che erano le sei quando Guadalupe venne a dirmi hanno ucciso Paloma mentre si preparava per uscire, l’ho vista nella stanza, ho visto il suo corpo sul pavimento con i brillantini degli occhi tutti sparsi sulle mani e nello specchio sembravano in due e tutte e due avevano i brillantini sugli occhi, come se Paloma potesse alzarsi da un momento all’altro per mettere i brillantini anche a me”.
Brenda Lozano è nata a Città del Messico e vive tra i libri da sempre. Streghe è la sua prima opera tradotta in italiano (da Giulia Zavagna) e pubblicata dalla casa editrice Alter Ego.
In Streghe si intrecciano le vite di due donne: Feliciana, un’anziana curandera famosa in tutto il mondo, e Zoè, una giovane giornalista andata a intervistarla per sapere dell’omicidio di sua cugina Paloma, una muxe (una persona transgender generalmente accettata nella cultura zapoteca, e anzi considerata portatrice di buona fortuna - come nella tradizione napoletana dei femminielli). Anche Paloma, come Feliciana, aveva poteri curativi e di chiaroveggenza, che solitamente sono attribuiti agli uomini.
Quello che dovrebbe essere per Zoè un incontro di solo ascolto si trasforma in qualcosa di più profondo: le due donne si raccontano l’una all’altra e le loro vite e le loro esperienze, pur se separate dai chilometri, dagli anni, dal progresso, sembrano così simili da essere collegate. Queste due donne, una nata nel Messico rurale, data in sposa a quattordici anni, cominciando a lavorare da ancora prima, senza un’istruzione se non quella della natura e dei suoi elementi, l’altra nata in una famiglia amorevole, istruita e sempre circondata di parole, con un esempio di femminilità emancipata ma con le stesse conseguenze brutali dell’essere donna (aborto, discriminazione, violenza sessuale), si ritrovano a scandagliare il passato di tutte le donne delle loro famiglie per conoscere loro stesse.
“Mi ricordo di mia madre con il suo cardigan nero, le labbra dipinte di un color aranciato e le unghie rosse, che guidava dicendomi: “Il problema delle pulci è più grave di quello che sembra. Sai che se metti un sacco di pulci in un barattolo saltano e toccano il coperchio e saltano fino all’altezza del coperchio, perché si sa sono pulci e le pulci saltano, ma se gli togli il coperchio saltano fino a quel limite invisibile perché non riescono a immaginare che qualcuno abbia tolto il coperchio. In un sistema maschilista il problema è lo stesso”.”
La lingua di Zoè, da moderata, pacata, distaccata, si lascia trascinare nel gorgo del flusso di coscienza e così la lettura, che si fa via via più toccante e coinvolgente, e la magia di Feliciana si fa concreta attraverso le sue parole che connettono, stringono nodi e poi mani e poi sguardi, e così facendo curano i disturbi del corpo, specchi delle ferite dell’anima.
“Dicono che chi incontra le ombre è perché porta la luce, così è successo a Paloma”.
Si respira aria di appartenenza in questo romanzo, si respira il femminile, l’odore ancestrale della ribellione.
Editore: Alter Ego
Autrice: Brenda Lozano
Traduzione: Giulia Zavagna
Pagine: 248
Prezzo: 17
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