La contadina | Giuseppina Biondo

La contadina | Giuseppina Biondo

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Si dice che spesso la lettura non sia altro che un mezzo, per il lettore, di vedere se stesso trascritto dalle parole di un altro.
Ebbene “La contadina”, raccolta poetica di Giuseppina Biondo edita da Puntocapo Editore, è un percorso nella sua vita e in quella di chi la legge, un libro scritto per svelare il profondo mistero che ne gestisce i segreti.

Il libro è diviso in 2 sezioni: una iniziale “Amore”, composta da dodici poesie scritte su questo tema tra il 28 settembre 2019 e il 2 ottobre 2019, un percorso netto, concitato, senza interruzioni di sorta tra le sfumature dell’amore.
Giuseppina Biondo scrive di un amore ottuso, passionale, talmente pieno di se stesso da non aver bisogno di essere ricambiato, tanto forte da poter essere trasferito su carta e diventare poesia, motore e mezzo per essa.

 

Mi sono vestita di giallo e ti avrei voluto al mio fianco,
mi ero fatta bella quella sera e tu chissà dov’eri.
Sono certa che tu non sappia del mio amore
ed è questo il mio intento: che tu non lo sappia
e che io ne scriva poesie.

(28 settembre 2019, Mazara del Vallo)

 

L’autrice scrive un tipo di poesia che fa eco alle antiche poesie d’amore del passato, pur conservando una veste contemporanea, di un amore alto ma libero in ogni sua espressione, il cui fine è “solo” quello di scrivere belle poesie d’amore.

 

Non so se ho mai creduto in questa storia,
forse quando ho pronunciato a bassa voce le parole
Rouge et noir.
Ma no, mentirei, se lo affermassi.
È stato dopo ed è già finito tutto.
Hai ammesso la tua gelosia per me,
mi hai spiazzata, ma te lo avevo detto,
ti avevo detto solo per un po’.
Non potevi saperlo, che divengo spietata,
se non desidero.
Ma questo non lo sapevo neppure io:
che divengo spietata, se non scrivo belle poesie
d’amore.

(1-2 ottobre 2019, Mazara del Vallo)

 

La seconda sezione, “Metamorfosi e distrazioni”, è suddivisa ulteriormente in due parti, la prima che contiene “La contadina”, poemetto centrale che da il titolo al libro e da un senso di “spaccatura” che introduce poi l’ultima parte concentrata sulla salvezza che rappresenta la metamorfosi.
“La contadina” con le sue ripetizioni ritmiche e cantilenanti, rappresenta lo stacco netto, la spezzatura prima del cambiamento, la rottura, l’energia pura che finisce per sciogliersi all’esterno di se.

Se in “Amore” infatti lo sguardo dell’autrice è concentrato su se stessa e sulla percezione del suo amore, nella seconda parte, dopo la rottura iniziale, l’autrice sposta lo sguardo e l’attenzione verso l’esterno, verso gli altri, un ritorno alle origini fino alla vera natura delle cose e del mondo, fino a una conclusiva preghiera fatta allo spettatore, quella di rinunciare definitivamente all’indifferenza che spadroneggia ormai sulla vita di tutti i giorni.

 

O popoli che venite bombardati,
o popoli che vivete nella nostra indifferenza,
abbiate pietà di noi – Rifiorite!
O popoli che bombardate, o popoli indifferenti,
che possiate inciampare o
ravvedervi – È ormai il tempo!
Fermatevi!
A cosa serve scrivere un canto con versi meccanici
se la Terra è diventata questa? Chi mai leggerà
una lingua terrestre, se non invertiamo
le nostre vite adesso? Se tra cento anni
la Natura non sarà diversa? – È permesso? –
Questi versi meccanici stanno per concludersi.
È tempo di agire, di mutare.


Canto con versi meccanici.
Poemetto d’ambiente, impazienza e detenzione.

(dal 18 al 21 ottobre 2019, Milano)

 

Autore: Giuseppina Biondo
Titolo: La contadina
Editore: puntoacapo
Anno di pubblicazione: Settembre 2020
Prezzo di copertina: 12,00 €
Pagine: 76
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PS È doveroso sottolineare è che parte del ricavato della vendita delle copie cartacee della raccolta di poesie, sarà devoluta all’Associazione APACS (Associazione Pazienti Con Sindrome di Churg-Strauss)

© Nadia Caruso


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