Lo ammetto, devo fare una confessione.
È una cosa che mi porto dentro da tanto e, sì, mi sembra il momento di tirarla fuori: non ho mai letto “Il Meraviglioso Mago di Oz”.
Vedo già le vostre espressioni schifate, “Cosa sto a leggere ancora questo incivile e rozzo” pronunciato sputando a terra e maledicendomi.
Se avessi poi aggiunto che non ho nemmeno letto molti “classici”, non so cosa sarebbe successo.
Mea culpa (vedete, anche senza i classici uso certi paroloni) e andiamo avanti, ché qui è già un po’ che scrivo ma non ho nemmeno tirato fuori l’argomento di cui volevo parlare. Perché sì, il fatto che io non abbia letto il classico Mago di Oz è direttamente collegato a quanto sto per scrivere.
Anno 2010, circa, esce un fumetto autopubblicato da Paolo Massagli che s’intitola "O.Z" e rivisita in chiave horror/dark il classico che io, appunto, non ho letto.
I primi tre numeri di questo fumetto vengono autoprodotti dall’autore e poi, puff, il quarto rimane inedito.
Purtroppo, dico io.
E purtroppo, avranno detto quelli de LaPiccolaVolante.
Nel 2017, però, i tipi de LaPiccolaVolante, editori sardi che si occupano di romanzi per lo più fantasy, decidono di spolverare i tre numeri usciti, di aggiungere il quarto numero e di completare la storia raccogliendola in un volume, un bel volume corposo che al giorno d’oggi verrebbe chiamato “Omnibus” da quelli che sicuramente i classici li hanno letti.
Una bella veste grafica, una bella edizione brossurata, una fantastica copertina inedita, qualcosa che ha reso giustizia alle tavole maestose di Massagli.
Ok, bene tutto ma… la storia?
Vi ho detto che il libro originale non l’ho mai letto ma sfido chiunque a non sapere anche un minimo di storia relativa al Mago di Oz.
Quello che avviene in "O.Z" è poi una libera interpretazione di questa storia che prende nomi, personaggi e situazioni e le riadatta, rielabora, passa al frullatore e le agghinda di china e tratti morbidi, vellutati, dark, bizzarri e li serve su carta.
Dorothy non è più la bambina antipatica del classico. Qui è un’adolescente cupa, strana, con una cicatrice sulle labbra e un vestitino che lascia poco spazio all’immaginazione. Senza chiedersi perché, viene portata in un mondo fantastico grazie a un tornado che ha sradicato la sua casa del Kansas.
Giunta in questo posto strano e abitato da personaggi non proprio rassicuranti (i mastichini, piccoli esserucoli dai lunghi denti) viene messa davanti all’unica opzione possibile se vuole ritornare nel suo mondo d’origine: seguire la strada di mattoni gialli e incontrare il Mago di Oz, il solo in grado di esaudire il suo desiderio.
Forse.
Perché ogni personaggio che s’incontra in "O.Z" ha una doppia faccia, propri scopi personali e mai si deve dare qualcosa di scontato.
È la fiera del diverso, dei freaks, dell’assurdo e del grottesco. Ma è poi così diverso dal mondo al quale Dorothy vuol far ritorno?
Le tavole di Massagli hanno un loro schema preciso, una loro lettura. A una prima immersione si rimane spiazzati, ci si lascia irretire dai disegni a piena pagina, dai corpi conturbanti e dalle inquadrature al limite del possibile. Poi si accende una scintilla e non si può più fare a meno di tutto questo, del tratto pulito e particolareggiato. Scatta perfino la caccia al dettaglio, al minimo particolare che Massagli nasconde nella tavola.
La prima volta che ho letto questo fumetto ho pensato, erroneamente, che la storia fosse quasi un qualcosa “in più”, che bastassero i disegni. Non è così, non è proprio così. È l’elaborazione così maniacale delle immagini che riescono a spiegare per filo e per segno tutta la storia. In alcuni punti non si sente quasi il bisogno di dialogo, basta uno sguardo di Dorothy, una posa del Mago, un dettaglio delle Streghe.
Sicuramente non sarò un grande conoscitore di classici ma, se ognuno di questi avesse una reinterpretazione del genere, allora sarei un lettore di fumetti felice e contento.
O.Z
Storia e disegni di Paolo Massagli
LaPiccolaVolante, 2017
14x20 - 200 pagine b/n
Collana Fumetto LaPiccolaVolante
genere: dark/erotico/horror/bizzarro
© Alen Grana