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Quante volte da bambini ci siamo sentiti incompresi?
Ricordo pomeriggi su pomeriggi ad arrampicarmi sugli alberi, chiusa nel mio mondo di storie immaginate dove i protagonisti riuscivano a capirmi mentre il mondo fuori non era in grado di farlo. Ricordo ogni volta che sono stata un cavaliere, una madre, una dottoressa, uno dei ghostbusters.
Io, di certo, sono stata un po’ come Melvina.
“Melvina” è il primo graphic Novel di Rachele Aragno, edito da Bao Publishing, che racconta le avventure dell’alter ego disegnato di Rachele.
Proprio come Alice finisce nel Paese delle Meraviglie, Melvina si ritrova nel mondo parallelo di Aldiqua dove scopre di essere la prescelta designata a liberare tutti i bizzarri abitanti dalle malefatte di Malcape, perfido essere in grado di far avverare i desideri di tutti ma ad un prezzo molto salato.
Parlando di “Melvina” non si parla di una favola, ma più di un vero e proprio romanzo (grafico) di formazione.
La bellezza di questa storia è racchiusa nell’infinita cura del dettaglio che Rachele riserva alla descrizione visiva del mondo di Aldiqua e i suoi abitanti: la regina con la testa in mano, i nonni guardiani dei pensieri felici, i bambini del cimitero in pigiama.
Quello che l’autrice riesce a fare nella creazione di un micromondo immaginato è davvero incredibile. Dalle Paludi Metafisiche alla Valle dei Pensieri Felici, l’avventura di Melvina e Otto si srotola tra le strade e le foreste di Aldiqua con una velocità che quasi dispiace (finisce subito, accidenti!).
Infine, ma non per importanza, è proprio necessario soffermarsi sugli splendidi acquerelli. Le tinte pastello regalano un confortante tono fiabesco e fanno risaltare i capelli rossi della combattiva Melvina.
Questa storia ci insegna quanto sia importante non aver mai fretta di crescere, anzi ci insegna a non farlo mai del tutto e a conservare tutte le peculiarità di quell’età che se perdute lasciano un grande vuoto nelle persone.
“Melvina” ci insegna a diventare grandi, senza farlo davvero. Ci insegna a conservare l’ingrediente principale, almeno per quanto mi riguarda, della nostra vita: la fantasia.
L’età adulta senza fantasia sarebbe come trasformare un mondo fatto di colori acquerellati in un mondo in scala di grigi e sarebbe una tortura.
Una lettura consigliata e che ci fa sicuramente sperare in un seguito.
© Giulia Cristofori