La bava di una lumaca è luminosa, anche al buio. Porta luce in luoghi oscuri, come certe poesie.
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Ce ne parla Paolo Perlini
Lo ripeto: con la poesia, questa forma d'arte tanto antica quanto misteriosa, ho un rapporto conflittuale. Ogni tanto torno ad accarezzarla, per la sua capacità di esprimere emozioni e catturare l'essenza della vita in poche parole. Tuttavia, sono convinto che quando ci sforziamo di vivisezionare e triturare i versi, rischiamo di perdere la loro vitalità, di ridurre l'esperienza poetica a un esercizio accademico.
Certo, un’analisi è dovuta e necessaria quando parliamo di testi del passato, ma la poesia contemporanea è un caleidoscopio di voci, emozioni e visioni del mondo. È una forma d'arte in evoluzione che abbraccia una vasta gamma di stili, linguaggi e tematiche. Per poterla davvero apprezzare credo che sia necessario abbandonare l'approccio analitico e lasciarsi trasportare dall'esperienza sensoriale offerta dai versi. La poesia di adesso, a mio parere, richiede di essere bevuta come si fa con la prima sorsata di birra, assaporata senza pregiudizi e interpretazioni predefinite. Senza analisi psicologiche, grammaticali, di forma, stilistiche…che per dirla tutta, non sarei nemmeno in grado di fare.
Sto pensando a questo perché al Salone del libro di Torino ho acquistato un piccolo libricino nello stand della regione Puglia: Sotto i denti, di Elena Zuccaccia, pubblicato da Pietre Vive.
«Sotto i denti è posta la parola per masticarla, frantumarla, sminuzzarla con tutto ciò che si porta dietro; per assaporarla e assimilarla, anche quando è difficile da mandare giù» c’è scritto nella quarta di copertina.
E questo mi ha incuriosito. Ancora di più quando ho letto le prime righe:
quando vedo un quadro
per prima cosa penso al
buco che c’è dietro
il muro com’era prima
del buco, del quadro
E quindi mi sono chiesto se la poesia sia anche questo: cercare quello che c’è dietro ciò che vediamo, decidere se tappare il buco, pensare a come era prima. C’è chi guardando un quadro pensa al buco che c’è dietro, chi alla pittura intoccata dalla luce, chi a un ragno o a tracce di muffa.
E poi mi sono chiesto se la poesia non sia da prendere con parsimonia, a piccole dosi, come in questi versi:
imparare ad alzarsi
da tavola non
ancora pieni e così
dal letto
per poterci tornare
non ancora stanchi
E mi sono chiesto se è possibile trovare la poesia in qualsiasi cosa, gesto, azione:
è il nome di tutti di
tutte le cose da quando non
serve per chiamare te
ha il tuo nome la strada
la valigia il bicchiere
la tazza da tè la pasta che
mangio l’acqua che cade
dalle labbra mentre bevo
il rivolo sul collo, il collo
il seno, il dito che lo asciuga
gli occhi che guardano il
dito gli occhi che guardano il
quadro, il quadro la gente nel
quadro la gente per strada,
la strada la valigia il bicchiere
E infine, se la poesia riesca a dare sollievo, significato, un’ulteriore vita ai nostri affetti più cari, come i molti versi che l’autrice dedica al padre nella terza parte che dà appunto il titolo alla raccolta.
di questa tua morte di
cui spremo l’inchiostro
il corpo che lasci
ala destra ala sinistra
dove hai le piume
la morte oggi è una vecchia bic
con cui scrivo cento volte
il tuo nome
senza scordarne il significato
firmo accetto
di riconsegnarmi alla vita
con le mani legate
il tuo nome
il mio il nostro
l’inchiostro le piume
Per apprezzare appieno una poesia, è necessario immergersi in essa, abbandonarsi alle sue immagini, al suo ritmo e alle sue sonorità, proprio come si farebbe con quel primo sorso di birra che si desidera godere appieno. Occorre lentezza, e poi:
da guardare restano i pori
luccicanti delle pella lucida
come sotto la leccata di una
mucca come sotto la bava
di una lumaca.
Ecco, le poesie di Elena Zuccaccia sono come la bava di una lumaca: hanno un effetto duraturo e portano luce in luoghi oscuri; lasciano un'impronta che risplende anche al buio, ispirano o confortano chi le legge. O almeno, così è stato per me.
Titolo: Sotto i denti
Autrice: Elena Zuccaccia
Editore: Pietre Vive
Pubblicazione: marzo 2023
Illustrazioni: Pierpaolo Miccolis
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