Il 2017 se ne è andato da poco, ma l’eco dei 12 mesi appena trascorsi si farà sentire ancora per un bel po’, soprattutto a livello discografico. Il 2017 è stato un anno intensissimo e pieno di uscite di altissima qualità a prescindere dal genere e queste mini recensioni vogliono essere un po’ il riassunto di quello che ho ascoltato qua e là. Considerando che sono indietro anche con le uscite discografiche del 2015, specifico che questo elenco non è completo, ma rappresenta solo quello che credo sia degno di menzione fra ciò che sono riuscita ad ascoltare. Molti altri eccellenti album li ho scoperti (troppo) tardi.
Le mini recensioni sono divise in tre parti, non perderne neanche una! Leggi la prima parte qui.
Curtis Harding – Face your fear
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Secondo disco per Curtis Harding, intenditore di soul e nuova promessa del genere. Già con il suo primo disco “Soul Power” si sentiva l’immenso talento del cantautore americano, ma ora, con questo nuovissimo lavoro, si conferma come un artista che ha alle spalle una conoscenza incredibile della musica e che sa come plasmarla al meglio. “Face your fear” è un album che sembra uscito dagli anni ‘60, pur essendo di una freschezza e di una modernità imbarazzanti. 11 brani imperdibili, per un disco che fa la differenza.
Sabrina Napoleone – Modir Min
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Titolo islandese per un album italiano che racchiude al suo interno influenze internazionali di tutti i tipi: dalla dub si passa per il trip hop, la new wave e l’elettronica spinta. “Modir Mir” è un lavoro a dir poco insolito ma affascinante, fatto di alti e bassi che si compensano fra di loro, creando un equilibrio strano ed efficace.
Andrea Laszlo De Simone - Uomo Donna
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Senza esagerare, quello di Andrea Laszlo De Simone è probabilmente il disco italiano più bello uscito nel 2017. “Uomo donna” fa incetta del passato della musica nostrana estraendo il succo del prog degli anni ‘60 e ‘70 e coniugandoli con un concentrato densissimo di Battisti. L’album non è solo musica però, anche i testi portano l’ascoltatore a fare un viaggio incredibile all’interno delle relazioni a due: disastrate, funzionali, distaccate, appassionate, distruttive o amorevoli, Andrea Laszlo De Simone ne parla con un’abilità descrittiva disarmante. Insomma, “Uomo donna” è un lavoro discografico a dir poco perfetto.
St. Vincent - Masseduction
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Sfacciata, sensuale, matura, consapevole: St. Vincent arriva a “Masseduction” con un bagaglio personale e musicale non da poco. Il quinto lavoro di studio è una bomba che esplode ad ogni ascolto, creata per sedurre e stupire, ma anche rassicurare chi le è fedele da sempre. All’interno del disco, Annie Clark parla di sè stessa in prima persona, di emozioni che l’hanno segnata profondamente e in tutte le canzoni si avverte questa genuinità estrosa che è sempre stata un po’ il suo marchio di fabbrica, ma che in questo caso viene ricoperta di colori fosforescenti per renderla ancora più evidente. Una bomba dal primo all’ultimo ascolto.
Robert Plant - Carry Fire
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Cosa si può dire di Robert Plant? Un Dio della musica rock che non si è ancora stancato di suonare e rinnovarsi, pur restando nel suo ambito. Con “Carry Fire” abbandona la deriva hippie per lasciarsi andare ad una musica più caleidoscopica ed intima, arricchita dalla sua voce in stato di grazia, nonostante il tempo l’abbia scalfita. Nota di merito la presenza dei Sensational Space Shifter, gruppo che completa perfettamente l’estro artistico di Mr Plant. Un disco da ascoltare al primo sciogliersi della neve.
© Fiorella Vacirca