+++++
I Foo Fighters sono una specie di strano paradosso della musica rock: Grohl e soci diventeranno la rock band con il maggior numero di singoli in classifica della storia, girano il mondo con tour che registrano il tutto esaurito ovunque, ma se andiamo ad analizzare la loro discografia non troviamo (per loro stessa ammissione) un album che abbia raggiunto un grande successo, uno di quei lavori che con il tempo diventa una pietra miliare.
E, dati alla mano, pare strano visto che stiamo parlando di una delle migliori rock band del pianeta.
Il loro nuovo album “Concrete and Gold”, il nono della loro carriera, non colma questa lacuna e conferma che i Foo Fighters hanno oramai intrapreso la via dell’hard rock abbandonando totalmente gli stilemi del punk-rock anni ’90 presenti nella prima parte della loro carriera.
Ascoltando un brano come “Make it Right” è impossibile non pensare ai Led Zeppelin, più in generale tutto l’album è contraddistinto da un suono imponente e saturo, cIò dimostra come i Foo Fighters siano ancora in grado di sprigionare la loro energia, anche se così facendo si rischia di essere stucchevoli come in “The Sky is a Neighborhood”, quarta traccia del disco.
Va detto che rispetto al precedente “Sonic Highways”, album dalla progettualità ambiziosa ma che ha funzionato più dal punto di vista televisivo, quest’ultimo lavoro è un deciso passo in avanti a livello di sound e di qualità generale dei pezzi.
La scelta di mettere alla produzione Greg Kurstin ha avuto un ruolo importante nella costruzione del sound di “Concrete and Gold”. Vero e proprio guru delle produzioni pop (Britney Spears, Shakira, Katy Perry, Donna Summer, solo per citarne alcune) e membro de The Bird and the Bee - di cui Grohl è un grande fan - Kurstin con il suo lavoro ha nascosto dietro un muro di chitarre delle armonie smaccatamente pop, che rendono i brani piacevoli anche a chi non è proprio un amante del genere rock, e non possiamo non sottolineare l’utilizzo massiccio di cori stile Kiss, che avrà fatto storcere il naso a qualcuno, ma che si è rivelata una scelta davvero azzeccata.
Anche in questo lavoro, come nei due precedenti (“Sonic Highways” del 2014, “Wasting Light” del 2011) è assente l’ironia che aveva caratterizzato la prima parte della loro carriera; ma per la prima volta nei pezzi che compongono l’album si percepisce una certa inquietudine di fondo (soprattutto nei testi) e la palese preoccupazione di Grohl per le vicende politiche degli USA da vita ad un pezzo come “La Dee Da” .
Nonostante ospiti più o meno improbabili come Justin Timberlake, Boyz II Men o Paul McCartney alla batteria in “Sunday Rain” , questo disco difficilmente scalerà le classifiche e resterà nella memoria del pubblico, nonostante alcuni pezzi davvero belli (“Run”, “Arrows”), ma è la dimostrazione - ennesima - che i Foo Fighters vanno per la loro strada non curandosi di mode o delle esigenze dell’industria discografica.
Erano così all’inizio della loro carriera, sono così oggi.
“Concrete and Gold” in definitiva non sorprende, ma è un album di buon rock suonato dannatamente bene e confezionato in maniera perfetta. Per qualcuno potrà non sembrare abbastanza, ma fidatevi, in un mondo pieno di musica di merda non è affatto poco!!!
Titolo: Concrete and Gold
Artista: Foo Fighters
Etichetta discografica: Roswell records, under license to RCA recordsTracce: 11
Genere: Hard rock
Uscita: 15 settembre 2017
Acquista su: Amazon
Brano migliore del disco: “Run”
© Luca Cameli