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Amanti del cantautorato italiano purissimo, riunitevi tutti qui davanti a me. Oggi parliamo di Schena, cantautore bolognese, che firma il suo primo disco da solista con la Irma Records e lo fa andando a ripescare le idee di un giornalista e poeta italiano molto vicino al movimento della scapigliatura, Ernesto Ragazzoni.
“Canzoni ad uso interno” è una commistione di folk divertente e pop spudorato, un modo per celebrare al meglio il credo di Ragazzoni, ovvero il fermarsi, calmarsi, godersi il momento e lasciare la frenesia agli altri, per riprendersi il proprio tempo di vivere. Cos’è del resto il cantautorato italiano se non il modo più comune per prendersi lo spazio e l’ozio nel piacere della poesia e della musica?
Schena con le sue perfette rime baciate e le melodie di facile accesso, apre la porta ad un mondo fatto di nostalgia agrodolce, che a volte guarda indietro all’infanzia lontana e altre è ben piantata in un presente sempre malinconico e realista.
“Canzoni ad uso interno” è un album vecchio stampo con sonorità moderne e tutti gli strumenti necessari per rientrare nella sua nicchia musicale: chitarre acustiche e percussioni accennate, la vocalità che prende spazio e si fa divertente per catturare l’orecchio.
Le parole sono importanti, Schena lo sa e cuce insieme una coperta patchwork di testi di matrice italianissima, ed è un complimento: ascoltandolo non si può non pensare a Graziani, Jannacci, ma anche a Gazzé e Fabi. Schena prende elementi da ognuno dei suoi ispiratori riuscendo a tirare fuori un album che intrattiene e fa sorridere di nostalgia, con una qualità raffinata e la consapevolezza di avere tante storie da raccontare. Storie da uso interno, insomma, da ascoltare in casa ma non solo, da custodire dentro per ritrovarle nei giorni in cui si fa più forte una intima malinconia.
Da ascoltare: Le stelle ridono di noi, Dormi, Meglio così.
© Fiorella Vacirca