Due Demoni dal sound prorompente e una Wild Lady
Cronaca di una serata atomica dal successo preannunciato
ce ne parla Mimmi
Date le premesse, non poteva che andare a finire così.
Sabato 16 marzo 2024, due ore di ottima musica infiammano lo storico Wild at Heart di Kreuzberg a Berlino.
Ad aprire le danze ci pensa Trixie Trainwreck, alias Trinity Sarratt, nata a San Francisco e trasferitasi molto giovane nella capitale teutonica per capriccio e per inseguire i suoi sogni.
L’atmosfera in sala si fa presto calda, grazie al garage blues intenso, agrodolce, di quelli che conquistano subito. Il sound è per niente scontato e i temi, tipici del genere ma attuali, contestualizzati, raccontano avventure e disavventure berlinesi della nostra Wild Child, come si definisce lei stessa.
Foto di Evelsmoke
Impeccabile in quanto a presenza scenica e controllo del setup, che padroneggia da vera one woman band (o per dirla con parole sue no man band). La cassa presente, l’hi-hat a colorare e rimarcare gli accenti, il crunchy bluesy strumming dell’acustica ma soprattutto, una voce davvero, davvero bella. Trixie si racconta e il pubblico apprezza. La manciata di canzoni di cui si compone la sua esibizione è forse troppo breve per conoscerla a fondo, così, prima di lasciare il palco, ricorda a tutti di essere in tour, invitandoci ai suoi prossimi concerti.
Grazie Trixie, ci saremo.
Mi volto per dirigermi al bancone a prendere una birra, so che la sala si farà sempre più rovente, ma realizzo che no, non si cammina, rinuncio e faccio bene, perché il cambio palco ha una durata davvero risibile.
Questo è uno dei vantaggi di un set snello e soprattutto condiviso – questo mi preme dirlo – segno di vero spirito di compartecipazione.
L’attitudine con cui Erika Switchblade e Gianni Blacula, aka The Devils, stretti nelle loro tutine attillate di latex lucente, prendono posto sul palco, racconta già quello che verrà.
Zero chiacchiere.
Zero introduzioni.
Improvvisamente, una tempesta di fuoco si abbatte sul pubblico, subito in delirio.
Tra i primi tre pezzi – Killer’s Kiss, Divine is the illusion e Roar I – i “Diavoli Partenopei” non si concedono praticamente alcuna pausa. Il pubblico è in visibilio.
The Devils sono veri, sexy, padroni del palco e capaci di una performance senza macchia e senza paura, intrisa di peccaminosa sensualità.
Le aspettative non vengono deluse: la grinta, la passione e la professionalità sono quelle che ci si aspetta da una band del roster dell’etichetta trevigiana Go Down Records (di cui abbiamo già parlato qui) e che vanta collaborazioni con artisti del calibro di Mark Lanegan, Alain Johannes e Jim Diamond.
Foto di Evelsmoke
L’ascolto live è un po’ diverso rispetto al disco. I suoni arrivano ancora più selvaggi, primitivi, ruvidi, potenti. Ma è esattamente così che deve essere! Adoro le band che sanno dare una versione in studio e una sul palco di se stessi.
Acclamati da un pubblico ormai stregato, concedono un paio di pezzi al grido Zugabe per poi avviarsi, seppur faticosamente, tanto è zeppa la sala, al loro banchetto del merchandise.
Scambio due parole con Erika, che casualmente mi ritrovo accanto, mentre ci facciamo trasportare verso l’uscita dalla folla. La ringrazio per la musica e mi complimento. Poi faccio cenno al fatto che saranno nostri ospiti su CrunchEd, perché un concerto così va proprio ricordato.
Lo sguardo resta celato dietro gli occhiali da sole quando ci salutiamo.
Nella voce la stessa fermezza di quando canta.
Le chiedo quale sarà la prossima tappa del tour: Lipsia.
Devo dirlo agli amici che vivono lì, penso… non ci si può perdere una performance così!
Trixie Trainwreck
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