Quarto lavoro in studio per il duo italo-americano che, con il loro sound in bilico fra pop ed elettronica, affronta l’oscurità che ci portiamo dentro.
Parole di Luca Cameli
Una landa, sconfinata, senza orizzonte, tutt’altro che desolata.
Questo è Welcome Shadows, il nuovo EP di I’m Not A Blonde duo italo-americano composto da Chiara Castello e Camilla Matley.
Pubblicato per INRI/Metatron, questo EP è la prima parte, una sorta di Side A, di un progetto che sarà completo con l’uscita, prevista nel 2022, di In This Lights.
In questo primo episodio si affronta il lato meno piacevole, ma necessario, di una medaglia che può avere un peso insostenibile.
Affrontando tematiche che sono al tempo stesso molto personali e al tempo stesso universali, ci si muove necessariamente verso l’ oscurità, verso le ombre che ognuno di noi porta dentro, perché siamo costretti a scavare, a scavarci dentro.
ph. Alessia Cuoghi
Non stupisce che un lavoro del genere sia stato concepito durante il lockdown, quando l’incertezza e la paura regnavano sovrane, ma Chiara e Camilla sono state brave a incanalare queste sensazioni, e a far emergere distintamente le loro diverse anime creative.
Il loro pop elettronico non si discosta da quello a cui ci avevano abituato con i precedenti lavori, anche se risulta più elegante a un primo ascolto ed è molto riuscito l’uso, per la prima volta, dell’italiano insieme all’inglese. Mancano però gli echi New-Wave di The Blonde Album (2018, ndr.) che rendevano il sound graffiante. Il risultato generale alla lunga è quello di un sound perfetto, ma troppo plastificato, che stona un po' con la profondità dei temi che si vogliono affrontare.
Fin dal primo brano, 1984, arpeggiatori e synth la fanno da padrona mentre si racconta la storia di chi scopre la propria omosessualità durante il difficile periodo dell’adolescenza. Non si ritrova però la giusta tensione, complice anche una “cassa dritta” che non convince tanto.
Questa sensazione di sconnessione si ripropone per tutti i brani di questo lavoro, eccezion fatta per White Roses, brano che parla dei rimpianti che vengono a galla sempre quando è troppo tardi, perché il tempo che passa non può tornare indietro.
Qui gli elementi sono dosati in maniera impeccabile, il pezzo coglie nel segno in maniera davvero importante.
Difficile dare un giudizio complessivo ad un EP del genere; la fattura è pregevole, ma si percepisce quasi il bisogno di aspettare il secondo episodio, per avere un quadro completo.
Per il momento meglio rimanere rintanati nell’ombra.
Brano Migliore: White Roses
Credits
Scritto da Camilla Benedini e Chiara Castello
Prodotto da Camilla Benedini, Chiara Castello, eccetto “Circles” prodotta da Camilla Benedini, Chiara Castello e Leziero Rescigno
Mixato da Mario Conte
Masterizzato da Giovanni Versari
Artwork di Gergely Agoston
Tracklist
1984
White Roses
Circles
Winter is Not Coming
Ghost
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