Nuovo album per Sibode Dj dal titolo "Non lo so"
Un raffinato e sexy delirio creativo in stile elettropop
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Sibode Dj vive da trentotto anni dentro al corpo di Simone Marzocchi. La loro non è una convivenza pacifica. Sibode odia Simone: non sopporta il suo modo serio di fare le cose serie; il suo fare il figo facendo l'attore, il compositore e il musicista con l'orchestra Corelli ed il Teatro delle Albe di Ravenna. Sibode Dj vuole il controllo del corpo estremamente sexy che condivide, Sibode vuole fare a modo suo!
Prima di tutto: basta con gli altri!
SDj canta e suona da solo, con tastiera, chitarra, tromba e loop station. SDj registra da solo in casa le sue canzoni, perché ha un estremo bisogno di canzoni, canzoni pop e dance e psichedeliche e ossessive, canzoni che ti si piantano lì dove le hai sempre sentite ma che non le hai mai sentite ma che sai che ci sono. Perché Sibode Dj vuole stare con te e vuole stare da solo e vuole stare non lo so, perché le cose serie non lo sono e le cazzate sono cose serie.
Alcuni hanno definito la musica di Sibode Dj musica sessuale, ed effettivamente gli alcuni non hanno sbagliato del tutto, le canzoni di SDj sono sexy (come lui) e sono piene d'amore.
Sibode Dj, nel suo odio verso tanti, cerca con le sue canzoni di diventare un culturista del cuore. E ce la farà.
È così che si presenta sulla sua pagina Facebook, Simone Marzocchi, in arte Sibode Dj. Uno che ha scelto di dare spazio alla sua personalità n. 2 (per citare Jung) alla quale dobbiamo questo suo ennesimo delirio di “sexicità” artistica. Anticipato dal singolo Meno male (che meno bene) nel cui video SDj con una tuta ginnica anni Ottanta ci offre una piccola anteprima di quello che c’è da aspettarsi dal suo progetto (da far schiattare di invidia Maccio Capatonda). Confermato dal secondo singolo Suko che ne sancisce la proprietà e l’appartenenza a quel filone elettropop-rock-demenziale dalle forti connotazioni erotico-umoristiche che ritroveremo in tutto l’album. Il video di Suko, dai colori pop, vìola il confine del trash e innalza SDj a figlio della disco dance e del dio Pan.
Non lo so sotto il cappello di Brutture Moderne, presenta dodici tracce colme di non-sense, che pure un senso ce l’ha, dietro cui si nasconde un artista dotato di grande fantasia e capacità di adottare e rendere uniche le sue competenze musicali (Simone ha studiato tromba in conservatorio).
L’hanno definita “musica sessuale” (dai testi emerge chiaro l’intento di prendersi gioco della sessualità) ma è molto di più. È volontà di rifiutare le convenzioni, soprattutto armoniche e strumentali, attraverso un buon ricamo negli arrangiamenti, con un risultato eccitante (per usare un aggettivo sicuramente gradito) a tratti disturbante e in netta contrapposizione alle attuali tendenze musicali. Chiaro è l’intento di SDj: vuole farci muovere tutti i muscoli del corpo, elevarlo e celebrarlo.
Ne viene fuori un mix micidiale di: surrealismo, ironia, paradosso, divertentismo. In un loop ossessivo di suoni e parole che restano, martellanti, nella testa (Sbagliato o No; Gli animali della Giungla).
O.Y.M.P.A.F.L'A.(I). S.D.T. traccia di apertura, d’ispirazione freakantoniana (Freak Antoni degli Skiantos), omaggia la dimensione del concerto dal vivo, potenzialmente il luogo migliore per esplorare i vasti territori che calpesta SDj.
Spunta qui e lì nell’album la tromba.
È così che SDj lascia spazio alla sua personalità n. 1, alias Simone, a ricordare alla n. 2 che la convivenza è inevitabile.
Sarebbe bello sapere a quale delle due personalità appartenga l’idea di cantare fintamente in inglese in Liquido seminale, cattura l’attenzione, divertendo, e fa dimenticare persino il tema trattato.
Grande Felicità, Fuori Piove e Calera sembrano apparentemente costruire un filone separato rispetto al resto del disco. Calera è uno strano viaggio psichedelico che si allontana dalle visioni precedenti, paragonabile all’attimo di quiete prima della tempesta, la quale non tarda ad arrivare con Al Mercato dove attraversiamo nuovi lidi di pura follia.
Le due personalità di fondono e si scompongono (nei deliri verso la fine del brano pare nomini un certo Johnny, un riferimento ai Gaznevada? Chissà!).
Chiude l’album Non lo so un brano retrospettivo e forse una conferma di quel dualismo di cui sopra.
SDj non lo sa dove vuol stare, e non rimane che augurargli di continuare a percorrere la strada della insensata ricerca di senso, tra la sua n. 1 e la n. 2.
Non lo so è dedicato alla memoria di Mirko Bertuccioli, l’indimenticabile cantante dei Camillas.
© Chiara Bianchi
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